A Milano apre una nuova "Bond Street"

Una nuova "Bond Street" apre alla Galleria Federica Ghizzoni. La via londinese con il nome dell’agente più noto della storia dello spionaggio, in una realtà da fiction come quella del cinema e, in questo caso, dell’arte

Succede a Milano. Una nuova "Bond Street" apre alla Galleria Federica Ghizzoni. La via londinese con il nome dell’agente segreto più noto della storia dello spionaggio, in una realtà da fiction come quella del cinema e, in questo caso, dell’arte. Ventriquattro artisti in mostra con dipinti, piantine, installazioni, sculture, fanzine, disegni e oggetti. E un montaggio di spezzoni cinematografici.

Da Piero Addis a Sara Baxter, da Thomas Berra ad Ana Cabello. E ancora: Massimo CacciaEnzo Forese, Lorenzo Garattini, Halfred, Angelo Jelmini, Pao, Albert Pinya, Sam Punzina e Shanti Ranchetti. Ecco che, all’interno dello spazio della galleria di via Cagnola 26, pittura, scultura, collages, installazioni, lavori grafici, disegni e dipinti convivranno grazie ad artisti, diversi per stile e generazione che, prendendo spunto dalla figura dell’agente e della sua città, opereranno secondo le loro attitudini, per rappresentare e consacrare un personaggio ormai storicizzato, applicato a tutte le possibilità della comunicazione e del marketing, in una chiave oltretutto diversa, quella dell'evoluzione di periodi e di stili definiti negli anni.

Il tema Bond, si sa, è vario e complesso. C'è l'icona umana, di stile e charme. C'è Londra, a cui l'agente 007 è legato. Ci sono i gadget, dalle macchine alle pistole, ai radar, alle microspie, via via sempre più sofisticati e fantascientifici con il passare degli anni. E ci sono il bicchiere "Martini" e la pistola. Insomma, diverse ispirazioni che i giovani artisti rielaborano. Ecco che Shanti Ranchetti, che crea le complesse donnine dai grandi occhi, illustra occhiali alla Bond come elemento ornamentale. Gli spagnoli Albert Pinya e Ana Cabello: lui, che spesso gioca sul cinema con ironia e irriverenza, crea un suo immaginario "alla Bond", lei gioca con un tratto più delicato e sottile. O ancora un dipinto di Giuseppe Veneziano, che rappresenta la regina Elisabeth, legata in chiave grottescamente simpatica al mito-Bond alle recenti Olimpiadi londinesi, con un dito nel naso, un'opera dal tratto efficace e pop, di costante ironia, tipica del maestro siciliano. O ancora una rappresentazione di una pistola fatta a banana, capovolgimento di un dettaglio bondiano a cui viene tolta la sua funzione, diventando ridicolo, firmato da Tiziano Soro. O ancora le ironiche installazioni oggettuali create da Francesco de Molfetta o Enzo Forese, che ricostruisce in miniature situazioni e storie, in questo caso con una donnina “alla bond”. E poi elementi diversi, come le magliette pezzi unici della designer Laura Pignatti, o le piante di Londra ridisegnate da Luis Molteni.

La mostra, curata da Rossella

Farinotti, terminerà con una chiusura senza la quale il tema Bond non può esistere, il cinema naturalmente: sequenze selezionate tra i "Bond" che hanno fatto la storia, che possono sopravvivere intatte nonostante... il tempo.

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