Cultura e Spettacoli

Il mondo privato di Virginia Woolf

Da oggi fino al 26 ottobre alla National Portrait Gallery un viaggio nella vita della grande scrittrice inglese. Lettere e ritratti dall'infanzia all'impegno civile

Il mondo privato di Virginia Woolf

Ci sono decine di ritratti, lettere, fotografie. La vita della grande scrittrice inglese mostrata nei suoi aspetti di celebrità e di sofferenza. La famiglia, gli amici, la guerra. Un piccolo mondo intimo ora svelato al pubblico. Londra ospita alla National Portrait Gallery da oggi al 26 ottobre una mostra tutta dedicata a una delle voci femminili più rappresentative della letteratura mondiale del Novecento, Virginia Woolf. "Virginia Woolf, arte, vita e visione", è il titolo dell'esposizione che porta alla luce la vita privata della scrittrice contestualizzandola nei grandi drammi del XX secolo, dalla Guerra civile spagnola alla Seconda guerra mondiale. La mostra è un itinerario nella psiche, nel passato, nell'ambiente in cui nacque e visse la scrittrice e saggista, nel quale un attento osservatore può riconoscere le radici del talento e della depressione che contraddistinsero l'intera esistenza di Virginia Woolf fino al suicidio, nel 1941. E' la retrospettiva della sua coscienza, che emerge dalla sua scrittura psicanalitica, costruita sulla forma del monologo dove il tempo è un flusso di ricordi in cui passato e presente si intrecciano e si plasmano.

Tutto inizia dalla famiglia, dalle estati con i genitori e ai fratelli a Saint Ives, in Cornovaglia, dal padre, Leslie Stephen, noto letterato dell'epoca, che consentiva a Virginia bambina di leggere tutti i libri della sua biblioteca, dalle figure che fin dall'infanzia occupavano i pomeriggi estivi della Woolf e della sua famiglia, da Henry James a Thomas Elliot. E' il periodo più felice, come racconterà la Woolf stessa.

Fino ai primi lutti, alle cicatrici. Grande importanza nella vita della scrittrice ebbero, nel bene e nel male i fratelli. I fratellastri figli di primo letto della madre, dai quali l'autrice de "la signora Dalloway" raccontò di essere stata abusata, trauma che contribuì alla costruzione di una psiche instabile e tendente al disturbo bipolare. Ma anche i fratelli più vicini di età, Thoby e Vanessa, con i quali si trasferì dopo la traumatica morte dei genitori (la mamma Ethel morì nel 1985, quando Virginia aveva appena tredici anni) nel quartiere londinese di Bloomsbury. Di Vanessa la mostra espone un ritratto della scrittrice. Ma, soprattutto, con la sorella la Woolf diede vita al celebre Gruppo di Bloomsbury, punto di riferimento di scrittori e intellettuali. Dopo il percorso nell'infanzia, con molto scatti del padre, alcuni dei quali in compagnia della figlia, la mostra si addentra quindi nella fase di attivista e letterata della scrittrice, dalla battaglia per una maggiore dignità per le donne nella vita pubblica al rifiuto della guerra. La mostra contiene anche un carteggio con il cugino Bell, che precede l'ennesima sofferenza per la già fragile Virginia Wolf, in cui la scrittrice difende con il cugino le ragioni della pace contro la determinazione di Bell a combattere il fascismo in Spagna.

Il giovane partì come ausiliario per il servizio di ambulanze spagnolo, ma perse la vita durante il conflitto.

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