Se cercate su Wikipedia notizie del film The Eternal City, girato da George Fitzmaurice tra New York e a Roma, prodotto dalla Samuel Goldwyn Company, e presentato in prima assoluta a Los Angeles il 17 dicembre 1923, la «voce» vi dirà che «il film presumibilmente è perduto». Piccolo errore enciclopedico.
Il MoMa di New York conserva infatti i due rulli finali del film, che quest'estate sono stati visionati dalla studiosa italiana Giuliana Muscio, la quale ha segnalato la scoperta al festival le «Giornate del Cinema muto» di Pordenone, che già lo scorso hanno tirò fuori dagli archivi un Orson Welles ritrovato. E così, oggi, al Teatro Comunale di Pordenone, viene proiettata per la prima volta in Italia la pellicola «perduta», trasferita su digitale. Aggiungendo un nuovo tassello alla storia del cinema, e anche alla Storia tout court . Perché The Eternal City , La città eterna (un adattamento del lavoro teatrale omonimo, del 1902, di Sir Thomas Henry Hall Caine, a sua volta tratto dal romanzo dello stesso Caine del 1900 e già portato sullo schermo nel 1915 in The Eternal City di Edwin S. Porter e Hugh Ford) costituisce il primo confronto di Benito Mussolini con il cinema e con Hollywood.
Ecco la storia. Nell'estate del 1923 il produttore cinematografico Samuel Goldwyn, la cui major divenne successivamente la «Metro Goldwyn» e infine la celebre «Metro Goldwyn Mayer», volle realizzare il primo film della sua nuova società in Italia. La sceneggiatrice Ouida Bergère, moglie del regista Fitzmaurice, decise di trasportare il plot del romanzo di Caine ai suoi giorni: e in quel momento, siamo un anno dopo la marcia su Roma, gli americani guardavano con interesse, e in molti casi con trasporto, al fascismo nascente e alla figura di Mussolini. Le didascalie del film sono decisamente filo-regime, e il Duce - il deus ex machina della vicenda, che ne permette il lieto fine - è esplicitamente indicato come «uomo della Provvidenza»... Come riferiscono le note del film ritrovato, nella scena in cui appare, si vede un Mussolini compiaciuto del proprio ruolo di attore, prova che aveva già intuito la potenza propagandistica del cinematografo. Non solo.
Lionel Barrymore, che nel film interpreta il malvagio comunista Bonelli, nel '41 ricordò come Mussolini fosse «tutto il tempo sul set» e che «non era male». Aggiungendo: «Non avrebbe mai dovuto cacciarsi in quella trappola dell'Asse».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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