Cultura e Spettacoli

Omicidi, amori, misteri I tatuaggi sono romanzi

Gli uomini marchiano la loro pelle da millenni: per celebrare successi, per ragioni estetiche o criminali

Omicidi, amori, misteri I tatuaggi sono  romanzi

Da quando me lo sono fatto tatuare, la gente non fa altro che chiedermi perché ho un polpo sul braccio. Tutti si aspettano che abbia un significato speciale, e rimangono delusi quando rispondo che i polpi non occupano affatto un posto particolare nel mio cuore. Ho scelto coscientemente un'immagine a cui non attribuisco un significato specifico, perché le cose che riteniamo speciali cambiano nel corso del tempo, e i tatuaggi invece rimangono per sempre, com'è ovvio. Il significato che il tatuaggio ha per me risiede proprio nella scelta di farlo, non nell'immagine in sé.

È possibile che la mia sia una posizione insolita. Di solito la gente, quando lascia un segno indelebile sulla propria pelle, sceglie qualcosa di importante a livello personale, o all'interno della propria comunità. Ed è questo che rende così affascinanti i tatuaggi.

Gli esseri umani marchiano la propria pelle da migliaia di anni. Recentemente è stata scoperta una mummia egizia con un tatuaggio vecchio di cinquemila anni. Il più antico esempio di questa pratica, almeno fino a oggi, è Ötzi, l'uomo venuto dal ghiaccio, che è vissuto più di 3.000 anni prima della nascita di Cristo. I primi tatuaggi veicolavano una grande varietà di significati, a seconda della cultura. Di solito indicavano delle credenze religiose o uno status sociale.

In ogni caso, i tatuaggi sono stati visti in modo molto diverso a seconda delle varie culture. Romani e Greci schernivano i tatuaggi delle tribù orientali; i Romani li utilizzavano per marchiare schiavi e prigionieri. In Europa trovarono una nuova popolarità solo quando James Cook fece ritorno da Tahiti: gli uomini tatuati divennero un'attrazione di successo nei circhi.

Da allora, nel Vecchio continente hanno conosciuto una popolarità altalenante. Di sicuro, dopo la seconda guerra mondiale venivano associati con la criminalità e l'emarginazione sociale. Ma pian piano, con l'emergere di Sailor Jerry ed Ed Hardy negli anni Settanta e Ottanta, sono divenuti più accettabili. Come altri tipi di decorazione del corpo, i tatuaggi seguono le mode.

Quindi che cosa significano nel mondo di oggi?

Spesso la risposta è evidente: il nome di un partner, il compleanno di un bimbo, il ricordo di un genitore. Altre volte si celebra un successo: i cerchi olimpici sul corpo degli atleti, per dirne una, o il segno dell'affiliazione a una qualche organizzazione o a un gruppo (per esempio, lo stemma di un reggimento o di un club di calcio). Molti altri tatuaggi vengono fatti per semplici ragioni estetiche, o magari per imitare un amico. Altre volte, il significato è così personale che nessuno lo conosce a parte chi lo porta sul corpo.

Certi tatuaggi, poi, comunicano un messaggio comprensibile ai membri di una stessa cerchia. I più comuni sono quelli delle gang e quelli che si fanno in prigione. Il significato varia da Paese a Paese, da banda a banda, e le modalità cambiano nel corso del tempo. Lo stile che va per la maggiore al momento è il black and grey e proviene dal sistema penitenziario americano. Nati come manifestazione di solidarietà tra i prigionieri messicani, questi tatuaggi sono adesso molto diffusi.

Le bande di motociclisti, come gli Hells Angels, vantano una lunga tradizione in proposito. Ogni gruppo ha un proprio stemma, ma ci sono temi ricorrenti, come i tatuaggi con disegnato «1%», che si riferiscono a una dichiarazione della American Motorcycle Association. Infatti, nel 1947, l'associazione dichiarò che il novantanove per cento dei suoi membri rispettava la legge, e gli Hells Angel sono felici di identificarsi con il restante uno per cento.

I tatuaggi sono illegali in molte prigioni, quindi le immagini devono essere impresse nella pelle utilizzando strumenti artigianali come penne appuntite e una specie di aghi, cenere o inchiostro estratto dalle biro. Chi deve scontare lunghe pene finisce quasi sempre per farsi tatuare, prima o poi, e questi tatuaggi formano un linguaggio complesso che non può essere compreso a un esame superficiale. I significati cambiano talvolta a seconda della posizione sul corpo. Nella cultura dei detenuti russi sono utilizzati persino per diffondere messaggi tra gangster, e chi ha un tatuaggio «falso» può essere addirittura costretto a rimuoverlo con qualsiasi strumento appuntito a disposizione. I codici nascosti dei tatuaggi dei detenuti sono molto ben documentati in America come in Russia. Lacrime, croci, punti, carte da gioco, orologi, ragnatele hanno tutti dei significati specifici, per chi li ha addosso e per la comunità di cui fa parte.

Naturalmente i più affascinanti sono i tatuaggi che custodiscono un significato segreto: nel corso degli anni hanno regalato agli autori spunti meravigliosi per le loro opere. In Moby Dick di Herman Melville, per esempio, c'è un ramponiere polinesiano coperto di tatuaggi indecifrabili dalla testa ai piedi. Mentre ne La lega dei capelli rossi di Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes arriva alle sue celebri deduzioni grazie ai tatuaggi di un altro personaggio. Più recentemente, Val McDermid in The Grave Tattoo parla dei tatuaggi di un cadavere, che contengono degli indizi chiave per risolvere un mistero del passato. Nel mio romanzo, Il tatuatore, i tatuaggi sono esclusivamente artistici; ma nel libro che sto scrivendo adesso sono misteriosi, criptici, e portano addirittura alla soluzione di un caso di omicidio.

Come è sempre successo nel corso della storia, i tatuaggi sono un modo per esprimersi e per raccontare il proprio vissuto. Come recita una delle frasi iniziali de La promessa dell'assassino di David Cronenberg, «i tatuaggi raccontano l'intera storia di un uomo, più che le sue parole».

(Traduzione di Sandro Ristori)

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