Patrick? L'asso nella manica della lobby francese

Il direttore del Salone di Torino: "Bravo, ma Parigi sa lavorare bene a Stoccolma..."

La battuta scontata che girava su Twitter, appena uscita la notizia del Nobel a Patrick Modiano, era, pensando all'azienda triestina: «Chi, quello delle carte da gioco?». E in effetti, sono ben pochi, anche fra gli addetti ai lavori, coloro che possono dire di conoscere davvero il francese che ieri ha pescato l'asso della vita. Come spesso accade ai Nobel, soprattutto nell'ultimo periodo, il primo a stupirsi è stato il vincitore, che ha salutato il trionfo con un Modiano ha salutato la vittoria con un « C'est bizarre! »: «Sono sorpreso, non me lo aspettavo. Sono molto colpito», ha detto ai giornalisti Modiano nella sede parigina del suo editore, Gallimard (che ieri ha blindato il copyright di tutti i testi passati e futuri dello scrittore). «Mi sembra irreale essere finito insieme ad autori come Camus, che ammiravo quando ero ragazzo».

Questo per quanto riguarda la sorpresa del diretto interessato. Per quanto riguarda la sorpresa della «casta» critico-giornalistica, ha parlato, interpretando il retropensiero di molti, Ernesto Ferrero, direttore del Salone del Libro di Torino, einaudiamo di ferro e intellettuale di velluto, uno che il mondo dei libri e dei salotti culturali li conosce (mooooolto) bene: «Detto che è una scelta apprezzabile e condivisibile, forse anche in questa circostanza, senza volere essere particolarmente maliziosi, credo che possiamo ammirare le notevoli capacità diplomatiche che ha la cultura francese nel sostenere a Stoccolma i propri autori. Nell'azione di lobbing i francesi sono bravissimi». Di più. «Questa consacrazione non è affatto scandalosa. Ma mi lascia perplesso il fatto che a Stoccolma non si siano accorti di un poeta francese come Yves Bonnefoy. Come è stata certamente sorprendente la designazione di Le Clézio ( premio Nobel 2008, ndr ) che è un bravo scrittore, da mezza classifica». Ha detto così: «mezza classifica». Un'etichetta, aggiungiamo noi, che può essere appiccicata ad almeno 5/6 premiati degli ultimi vent'anni.

Intanto, da oggi tutti (ri)scopriranno l'eclettico francese Mondiano, documentarista per Carlo Ponti, paroliere per Françoise Hardy, sceneggiatore - ha scritto Cognome e nome: Lacombe Lucien per la regia di Louis Malle (1974), Une jeunesse di Moshé Mizrahi (1983), Il profumo di Yvonne , tratto dal suo romanzo Villa triste , di Patrice Leconte (1993), fino a Charell , girato da Mikhael Hers nel 2006 - e soprattutto romanziere. In Italia ha pubblicato Dora Bruder per Guanda (ristampato tre anni fa), due titoli per Lantana (2011 e 2012), la fiaba Caterina Certezza (uscito da Donzelli quest'anno) e cinque libri per Einaudi, di cui tre - per ora - fuori catalogo.

La casa di Torino ha annunciato che a dicembre arriverà nelle nostre librerie il penultimo romanzo di Mondiano, L'erba delle notti , mentre la sua opera più recente, Pour que tu ne te perdes pas dans le quartier , uscirà nel 2015.

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