Il pensiero unico di sinistra contro il Premio Acqui

Le giurie costrette a difendersi con un comunicato da accuse grottesche

Il pensiero unico di sinistra contro il Premio Acqui

Si può affermare senza per questo venire denunciati per attentato alla Costituzione, apologia di fascismo e lesa Resistenza, che certe volte l'antifascismo esasperato raggiunge vertici patologici tanto da apparire come una vera e propria malattia?

Quello che si sta coscientemente sobillando intorno al Premio Acqui Storia, soprattutto nell'ambito politico piemontese al fine evidente di condizionare la situazione, sembrerebbe dimostrarlo, tanto è vero che le tre giurie del premio (scientifica, divulgativa, narrativa) sono state costrette ad emettere un comunicato congiunto, firmato a nome di tutte dal professor Aldo A. Mola, per respingere insinuazioni e accuse nei loro confronti. Tutte false ovviamente, come quella di una specie di «voto di scambio» per cui chi avesse vinto un premio poi sarebbe stato cooptato da una giuria. Una menzogna come tutti possono constatare confrontando i nomi di vincitori e giurati. Tutte queste assurdità nascono dal fatto che non è immaginabile, pensabile, accettabile da parte della intellighenzia dominante che un prestigioso premio con il modificarsi della situazione amministrativa locale sia stato sottratto al controllo del Pensiero Unico della sinistra.

Ma c'è di peggio. Un signore di Prato ha denunciato alla procura di Torino gli organizzatori e i giurati del premio per quanto sopra paventato, vale a dire "ricostituzione del partito fascista, apologia di fascismo e truffa ai danni degli italiani" in quanto avrebbero premiato "libri e personaggi di dichiarata fede neofascista". Lo prova il fatto che hanno vinto libri che "parlano male dei Fratelli Cervi e parlano bene di Curzio Malaparte, noto fascista e arrivista della prima ora". Ed ecco, signori e signore, quelli che vengono definiti "neofascisti di provata fede". Proprio così: di provata fede! "Dario Fertilio, Gianpaolo Pansa, Pierfrancesco Pingitore e Maurizio Serra". Risum teneatis . Ma forse ci sarebbe da piangere.

Un giornalista liberale presidente dei Comitati per la Libertà; l'ex condirettore de L'Espresso e di La Repubblica ; uno dei fondatori del famoso cabaret «Il bagaglino»; un ambasciatore, i cui saggi sono apprezzati dal presidente Napolitano, che egregiamente ci rappresenta all'UNESCO. Queste accuse sì che meriterebbero una querela per diffamazione! Troppo antifascismo esasperato e illogico può dare alla testa e diventare un male incurabile per l'Italia.

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