Le plastiche mutazioni del contemporaneo

I nterpretare i temi d'attualità, dalla crisi dell'euro, al rapporto tra progresso e ambiente, fino al ruolo della chirurgia plastica, decodificandoli attraverso l'espressione artistica. Questo il motivo conduttore della mostra Mutazioni plastiche di Caterina Tosoni, allo Spazio Oberdan di Milano sino al 6 gennaio (nella foto, un'opera). Del resto, come scriveva Victor Vasarely, «il creatore d'arte è l'intuitivo catalizzatore di tutte le informazioni della sua epoca». Una visione tipica di chi proviene dal mondo dei media, come Vasarely, arrivato all'arte dopo una lunga attività nella pubblicità, e Caterina Tosoni, per anni illustratrice per diversi gruppi editoriali. La materia scelta dall'artista per l'esposizione all'Oberdan è la plastica. Come scrive Luca Beatrice nel testo sulla mostra: «L'artista raccoglie pazientemente oggetti di plastica, li ricopre di uno stato monocromo antipittorico, neutro e personale, rimettendoli così in circolo, quando nessuno avrebbe più scommesso su di loro». La plastica, secondo il curatore Milo Goj, anche come metafora delle contraddizioni del nostro modello economico: da un lato fonte di inquinamento, dall'altro prodotto simbolo dei progressi compiuti dalla tecnologia. Caterina Tosoni è dunque uno degli autori più attenti al rapporto tra arte e mondo delle imprese, filone oggi molto attuale.

Tanto che in marzo potrebbe tornare all'Oberdan, questa volta in veste di giurata della mostra collegata al Premio Ricoh, l'evento artistico-aziendale che da tre anni stimola i giovani delle accademie a interpretare i valori dell'impresa.

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