Il re delle cicatrici, si espande il mondo di Tenebre e ossa

Con Il re delle cicatrici si allara l'universo Grisha di Tenebre e Ossa, e viene introdotta la duologia dedicata a Nikolai Lantsov

Il re delle cicatrici, si espande il mondo di Tenebre e ossa

Tra le novità rilasciate da Netflix nella scorsa stagione televisiva un ruolo di punta lo ha avuto Tenebre e ossa, serie televisiva tratta dalla cosiddetta Trilogia Grisha firmata da Leigh Bardugo. Si tratta di una serie fantasy - di cui è già stata confermata la seconda stagione - incentrata su un mondo immaginario ispirato alla Russia zarista in cui esistono delle persone in grado di utilizzare la magia e che vengono definiti Grisha. Grazie anche al successo della serie Netflix, la Mondadori ha deciso di continuare la pubblicazione della saga della scrittrice israeliana, portando sul mercato anche Il re delle cicatrici, primo capitolo della duologia dedicata al personaggio di Nikolai Lantsov che verrà introdotto proprio nella seconda stagione della serie. Gli eventi narrati nel libro prendono il via dopo la fine della prima trilogia e dopo la serie formata da Sei di corvi e Il regno corrotto: si tratta di una lettura da affrontare quando si conosce bene la storia antecedente per non correre il rischio di inciampare in anticipazioni che potrebbero rovinare la sorpresa di chi segue solamente la serie televisiva.

Di cosa parla Il re delle cicatrici?

Dopo la conclusione della guerra contro l'Oscuro (il villain che, nella serie, è interpretato da Ben Barnes), il nuovo sovrano Nikolai Lantsov sta cercando di tenere insieme il regno di Ravka, aiutato anche dalla Grisha Zoya, che sembra più che mai determinata a mostrare al sovrano tutti i suoi difetti, affinché ridimensioni la sua pacata arroganza. Ma la vera sfida di Nikolai non è quella di tenere a bada un regno appena uscito da un lungo periodo di morte e paura: l'uomo deve fare invece i conti con ciò che l'Oscuro gli ha lasciato: delle cicatrici ben visibili che nascondono una maledizione ancora più profonda, capace di trasformare l'aureo principe scanzonato in un mostro che divide in due i cieli notturni, piombando sulle città come un vero e proprio incubo.

A queste problematiche si aggiunge anche la nascita di un nuovo culto che mette al centro della propria fede il cosiddetto Senza Stelle, una figura estremamente problematica che meriterebbe l'oblio e che invece viene portato in trionfo da un gruppo di fedeli che spera nella sua canonizzazione. Per Nikolai si affacciano dunque all'orizzonte una nuova minaccia e nuovi ostacoli da superare, ma anche la speranza di poter avere una via di fuga dalla maledizione che riempie le sue notti.

Un protagonista irresistibile

Il punto di forza di questo nuovo capitolo della saga Grisha è da ricercarsi senza dubbio nel suo protagonista. Proprio come aveva dimostrato anche nei libri precedenti, Nikolai è un tipo di personaggio che riesce facilmente a rubare l'attenzione, focalizzandola sul suo tono scanzonato ma anche sull'intelligenza nascosta sotto un bel viso. Il re delle cicatrici è un romanzo che si basa soprattutto sul suo protagonista: già dal titolo, infatti, si evince come il personaggio - diviso tra i suoi compiti morali e gli incubi che ha ereditato per aver avuto il coraggio di opporsi - sia il vero cuore pulsante di un'opera che, senza di lui, avrebbe mostrato alcuni punti deboli.

A ben guardare, infatti, Il re delle cicatrici somiglia moltissimo a un fan-service, qualcosa cioè scritto appositamente per far felici i fan e concedergli quello che vogliono a discapito della linearità e della sensatezza della storia. Il finale, soprattutto, si chiude con un colpo di scena messo in bella mostra proprio per far contenti i lettori che, già nei libri precedenti, avevano avuto l'occasione di mostrare le proprie preferenze. Questo fa sì che Il re delle cicatrici sia un libro che non ha davvero molto da dire e che appare colpevolmente privo di un vero e proprio intento narrativo se non quello di continuare a fidelizzare un pubblico già totalmente avvinto. La trama si svolge con lentezza e, tutto sommato, non ha dei veri e propri picchi che possano aumentarne il ritmo o l'azione.

Nonostante questo, però, lo stile di scrittura elegante di Leigh Bardugo riesce ad affascinare e a far sì che alla mancanza di trama venga controbilanciata una ricchezza espositiva che rende la lettura comunque piacevole: di nuovo, soprattutto grazie a un protagonista che, proprio come un primo attore, riesce a tenere lo spettacolo sulle sue spalle, con la sua arte oratoria. Nikolai è costruito con un'ottima tridimensionalità e i suoi scambi con Zoya sono di quelli di cui non ci si stanca mai. Il suo tormento interiore - dato dalla sua maledizione ma anche dal suo nuovo ruolo - è ciò che rende la lettura valida e interessante. Purtroppo non si può dire lo stesso di tutti gli altri personaggi: Nina, ad esempio, appare molto incoerente rispetto alla sua evoluzione e i suoi capitoli solo quelli forse più apertamente inutili.

Il re delle cicatrici è dunque un romanzo ben scritto e con un protagonista in grado di abbattere qualsiasi resistenza: al tempo stesso, però, è una lettura che può lasciare un sapore di delusione nei palati dei fan che non si vogliano accontentare di un contentino messo in bella mostra.

Il re delle cicatrici

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