Il pensiero corre dritto alla femmina del maiale, e ai significati figurati che, nel tempo, hanno preso sfumature sempre più torbide. Invece la prima definizione della parola in tutti i vocabolari, antichi e moderni, rinvia alla terminologia agraria. Porca è “quello spazio di terra, rilevato rispetto al terreno, che si forma tra solco e solco, nel quale si gettano e si ricuoprono i semi” (Tommaseo) . “Ha lo scopo, specie negli orti, di smaltire celermente l'acqua di precipitazione” (Treccani, che cita come sinonimo anche “prosa”). In latino la parola è identica, e viene fatta risalire comunemente al verbo porrigere = distendere. Il Cardinali Borrelli, con pochi altri, pensa al celtico por = seme, unito ad ach = carpo, giuntura. Citazione dal Pascoli: “Egli arava tutto il giorno, chino sopra le porche”.
La parola ha anche altri significati, derivati sia dall'agricoltura sia dal mondo animale: per il Masi è una “macchina per gettare pietre chiamata anche Troja nei secoli bassi”. Nel linguaggio navale indica quelle coste inferiori della stiva delle navi che servono a fortificare lo scafo. Il Panlessico ricorda che Porca è “un'antica misura agraria corrispondente all'incirca a 12 pertiche quadrate”. E cita anche la “Porca succedanea: troja che sacrificavasi a Cerere da chi non aveva resi gli ultimi doveri ad alcuno della famiglia”, “o che – aggiunge il Pozzoli-Romani-Perracchi, Dizionario d'ogni mitologia... - non avevano purificata l'abitazione ov'eravi stato un morto”. Ma qui il riferimento è alla femmina del porcus, del maiale.
In questo ambito, i significati metaforici erano molto in uso anche nel passato. Ci limitiamo a citare il Tommaseo, per il quale Porca è “Femmina schifa e di sporchi costumi”; egli registra anche l'accrescitivo Porcona: “Donna di sguajata disonestà”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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