Avverbio e sostantivo con solide ed evidenti radici latine (verbi gratia, in grazie di una parola, per una parola). Significa, semplicemente, “esempio, per esempio”, ed è rintracciabile in brani letterari o nel linguaggio scherzoso.
Per il Palazzi non è altro che una pedanteria, ovvero un’ostentazione eccessiva e servile dei classici.
Per il Panlessico già due secoli fa è un arcaismo, e suggerisce di usare in sua vece “esempigrazia”, che a noi fa ancora più sorridere, poiché ormai è altrettanto abbandonato ma non raggiunge l’eleganza di verbigrazia. Bella, anche per la sua attualità, la citazione di Leopardi: “Negli ultimi tempi, gli uomini hanno perduto moltissime cose: verbigrazia l’amor patrio, la virtù, la magnanimità, la rettitudine”.
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