La domanda «Ma l'arte, è morta?», ricorre da quasi due secoli, fra riflessione filosofica e pratiche artistiche. Fu Hegel il primo a rilevare che l'arte non costituisce e nemmeno può più rappresentare la verità e il centro di una cultura. La dichiarazione dell'ultimo dei filosofi ha suscitato un incendio indomabile, le cui fiamme divampano nel Novecento e lambiscono ancora il nostro tempo. Insomma, il tema non ha smesso di impegnare artisti e pensatori, a partire dall'avanguardia storica per giungere sino alle teorie dell'arte contemporanee. Ora Federico Vercellone prova a sciogliere il nodo nel saggio «Dopo la morte dell'arte» (il Mulino) - che arriva fino all'interazione contemporanea di arte e tecnica, dal «Weather Project» di Olafur Eliasson all'arte «monumentale» di Anish Kapoor fino alle opere dell'artista digitale Karl Sims - tenendo conto del fatto che oggi il quadro è radicalmente mutato per l'impatto che sull'esperienza estetica ha prodotto l'avvento delle tecnologie digitali.
Per chi invece è sicuro che l'arte non è morta, anzi si chiede come diventare un artista, ecco (in arrivo) il nuovo manuale-pamphlet di Francesco Bonami «Mamma voglio fare l'artista! Istruzioni per evitare delusioni» (Mondadori Electa). Consigliato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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