L'Italia da scoprire

Cartagine toscana: voluta da Barbarossa, Semifonte fu rasa al suolo da Firenze

La città di Semifonte fu demolita da Firenze, pezzo su pezzo, senza lasciare in piedi una sola pietra. Non solo, ma il governo della città del Giglio impose che su quelle terre non si sarebbe potuto costruire niente, neanche una baracca

Dal sito chiantivaldarno.it
Dal sito chiantivaldarno.it


Pochi popoli al mondo sono talmente innamorati della propria piccola patria e della sua storia come noi toscani. Molti sanno bene che, ogni volta che incontrano uno di noi, la conversazione finisce inevitabilmente su eventi successi qualche secolo fa, in quella età dell'oro nella quale la Toscana faceva scuola in fatto di arte, cultura, scienza e finanza. Se a prima vista può sembrare solo l'ennesimo caso di campanilismo misto a nostalgia e vanagloria, in realtà è frutto della relazione speciale che noi toscani abbiamo con la storia della nostra terra. Invece di leggerla sui libri di scuola, ce la troviamo attorno letteralmente ovunque, anche nei posti più inaspettati.

Metti che sei a giro in macchina, nelle stradine dell'interno, a caccia di un ristorante tipico o un wine tasting speciale. Può succedere che, sbagliando strada, ti trovi di fronte, per puro caso, a qualcosa di veramente incredibile. Non lontano da Certaldo, il borgo rosso, dove la Valdelsa si confonde col Chianti, in cima ad una collina come tante altre, si trova una piccola cappella isolata. Per qualche strana ragione, è la copia perfetta, in ottavo, della famosa cupola del Brunelleschi, quella che rende la cattedrale di Santa Maria del Fiore unica al mondo. Se vi prendeste il disturbo di andarla a vedere, scoprireste che dietro a questa curiosità c'è una delle storie più incredibili di questa terra. Non molti lo sanno ma è proprio qui che, otto secoli fa, un imperatore ed un ambizioso nobile si misero in testa di creare dal nulla una città fortificata. La sua missione? Dominare i commerci nella Toscana centrale, contenere l'espansione fiorentina ed imporre il dominio imperiale su queste terre.

Eppure, guardandosi intorno, niente lascia pensare che un tempo qui c'era una città. A dire il vero non c'è proprio niente: la cappella è circondata solo da vigneti, boschi e campi coltivati. La cosa non è affatto casuale. Dopo aver sconfitto la rivale, la vendetta di Firenze fu spietata. La città fu demolita, pezzo su pezzo, senza lasciare in piedi una sola pietra. Non solo, ma il governo della città del Giglio impose un divieto draconiano: su quelle terre non si sarebbe potuto costruire niente, neanche una baracca. Otto secoli e spiccioli dopo, caso più unico che raro, il sito dell'antica Semifonte è ancora deserto.

ASCOLTA LA STORIA

Se ascolterete l'episodio intero del nostro podcast, scoprirete tutto della città nuova nata dal nulla, voluta fortemente dall'imperatore Federico Barbarossa e di come, nel giro di pochi anni divenne tanto ricca e potente da attirare mercanti, artigiani e uomini di cultura da tutta la regione. Capirete poi come Semifonte ponesse una minaccia mortale per Firenze, tanto da spingere il governo della città del Giglio a stringere un'alleanza con l'odiata Siena pur di togliersela di torno una volta per tutte. Dalle macchinazioni politiche alla storia dei tradimenti che condannarono a morte la città imperiale a come alcune delle famiglie più importanti di Toscana, dai Pitti ai Barberini, facciano risalire le proprie origini a Semifonte, questa è una delle storie meno conosciute e più affascinanti di questa straordinaria terra.

Proprio come Cartagine ai tempi di Catone il Censore, Firenze volle cancellare dalla faccia della terra l'antica rivale, tanto che non si sa quasi niente di come fosse fatta questa città nuova. Grazie alle nuove tecnologie, gli archeologi stanno scoprendo sempre più dettagli della breve e tumultuosa storia di Semifonte. Forse tra qualche anno la storia di questa cittadina svanita nel nulla potrà uscire dal mito. Anche in una terra come la Toscana, dove il passato non muore mai, otto secoli di damnatio memoriae sono davvero troppi.

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