Sesso, pace, fitness, new age: le quattro vite di Barbarella

Prima icona erotica come attrice, poi l'impegno politico, quindi l'aerobica, infine scrittrice ecologico-spirituale. E a ogni fase della carriera, un nuovo marito

Jane Fonda
Jane Fonda

Cosa resterà della retorica sessantottesca quando lo spirito del Sessantotto sarà sepolto sotto terra e ogni residuo sarà evaporato nell'aria? Resterà il basco del Che? Il libretto rosso di Mao? L'immagine, nella Parigi incendiata dalla rivoluzione, della Marianna proletaria della gioventù issata sulle spalle di un amico (che poi era una aristocratica)? Gli occhiali da sole e le giacche di pelle delle Pantere Nere?
Cosa resterà? Barbarella! Resterà Barbarella, la più bella, la più sensuale di tutte. Barbarella è il tiolo del film, diretto proprio nel '68, dal francese Roger Vadim, interpretato da Jane Fonda, icona dalle quattro vite. Partiamo dall'ultima, l'attuale vita di Jane Fonda, figlia del grande attore Henry e sorella del meno famoso Peter, altra icona degli anni Sessanta, protagonista di Easy Rider (1969). Di Jane Fonda è appena uscito il libro Gli anni migliori (Corbaccio, pagg. 466 pagine, euro 18).
Chi la ricorda qualche mese fa sulla passerella di Cannes, stentò e credere che fosse lei: una splendente ragazza nata nel 1937, quindi 75 anni. Una «vecchietta» in carriera, sorridente e felice per la sua quarta vita, ora di scrittrice. Ricordiamole, le tre precedenti.
Nel 1968 Jane è Barbarella, la bomba del sesso, la nuova B.B. yankee. Vadim aveva lanciato la Bardot in Et Dieu créa la femme (1954), sposandola successivamente. E presenta la nuova moglie-protagonista all'inizio del film nuda (quel tanto che all'epoca si poteva vedere), sospesa nell'aria, così come aveva presentato B.B. qualche anno prima (nuda, protetta dalle lenzuola fresche di bucato, stese al sole di Saint Tropez). Barbarella è la mamma di Lara Croft. Una cascata di capelli biondi, stivali argentati, poca roba indosso, armi spaziali. Ma il ruolo di bomba del sesso e attrice, nonostante un paio di statuette vinte, gli andava stretto. E qui comincia la seconda vita di Jane. Lascia Vadim, le sue sciarpe Hermès, il blazer con i bottoni d'oro, le auto sportive, il socialismo al caviale, il sesso disinibito. Sposa un politico pacifista, Tom Hayden. Sono gli anni del Vietnam e Barbarella si trasforma in Jane Hanoi. È la più affascinante propagandista del disimpegno americano nella guerra. In seguito chiederà scusa per i toni troppo duri.
Finito l'impegno politico la butta sul corpo. Diventa la migliore propagandista del fitness made in USA. Salutista, dinamica, allegra: è la terza vita di Jane Barbarella, che inonda le case degli americani con le videocassette di aerobica. E prende un terzo marito: il miliardario Ted Turner, da lei considerato Capitan America in persona. Tre vite, tre mariti. Entrata nel Nuovo Millennio lascia Ted. Comincia la quarta vita, con un nuovo compagno, un distinto settantenne, Richard, e una nuova attività: scrittrice New Age.
Siamo così arrivati a Gli anni migliori. Jane Barbarella non ha vocazioni di narratrice come Shirley MacLaine o Rosemary Altea. Ma è astuta come una volpe. Ha captato un dato sociologico straordinariamente importante: il ruolo dei baby boomers, cioè i nati tra il 1946 e il 1964. Sono la generazione più fortunata della storia dell'umanità. Hanno avuto grandi occasioni di istruzione e lavoro. Hanno goduto del meglio del Welfare State e della rivoluzione sessuale. E sono andati in pensione presto (e bene), con una prospettiva di vita assai lunga. Hanno buona salute e tanto tempo libero. Le donne se la passano meglio degli uomini (campano un lustro di più). A loro si rivolge Jane Barbarella. Gli dice: guardatemi, sono una di voi. Anche io ho sofferto, nonostante la mia potrebbe apparire un'esistenza dorata. Seguite i miei consigli e attraverserete in serenità il terzo atto della vita. Già, Jane Barbarella sostiene che siano tre gli atti della vita. Il primo, dalla nascita a 30 anni. Poi si passa al tempo intermedio, dai 30 ai 60. E poi è finita? Scordatevelo. Cominciano gli anni migliori. Certo diversi. Certo il corpo cambia. Certo la fatica si fa sentire. Certo l'amore e il sesso sbiadiscono.
Ma Jane Barbarella ha la medicina pronta. Si tiene alla larga da estremismi e illusionismi. Mette nero su bianco un suo decalogo, dettato in larga parte dal buonsenso: 1) non abusare con gli alcolici 2) non fumare 3) dormire a sufficienza 4) restare attivi fisicamente 5) seguire una dieta alimentare sana 6) mantenere allenato il cervello 7) avere un atteggiamento positivo 8) amare 9) donare se stessi 10) avere una visione più ampia. Quindi cinque indicazioni igienico-salutiste, e cinque intellettuali-morali. Fare jogging, ma se ti operano all'anca, come è successo a lei, nessuna disperazione: allenamento dolce, con i pesi, attaccati a una sedia o seduti in terra (magari guardando un suo DVD in commercio). Un po' di yoga, un po' di parmigiano ricco di calcio, tanta acqua. Una bella pedata all'invecchiamento. E il sesso? Nel libro ci sono utili e chiare informazioni per non rinunciarci. Non dimenticate però il mistero divino della vita, naturalmente in spirito sincretista. Va bene la serenità di un monaco buddista, o il rumoroso calore di una chiesa battista. Vanno bene anche gli insegnamenti del gesuita Teilhard de Chardin.
In conclusione, torniamo al Sessantotto.

I figli della rivoluzione, oggi in pensione, chi più chi meno bene, passati da Ho Chi Minh al Dalai Lama, possono ritrovare la loro guida. Con il bikini luccicante Barbarella l'avevano perlopiù snobbata.
Oggi indica loro il cammino per gli anni migliori.

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