Shi Pei Pu, la spia cinese che si finse donna per oltre vent'anni

Un affaire erotico tramutatosi in intrigo spionistico tra quella vecchia Francia dal cuore "rosso" e una Cina comunista senza scrupoli. Un inganno al limite del paradossale, teso a un diplomatico che tradirà la patria ma non la passione.

Shi Pei Pu, la spia cinese che si finse donna per oltre vent'anni

Diversi scandali sui cosiddetti amori virtuali - e sui raggiri strettamente legati ad essi portati alla luce dalla stampa - hanno creato un certo scalpore nell’opinione pubblica, che si è domandata a gran voce come sia possibile lasciarsi ingannare in quel mondo. Beh, forse in tanti non hanno mai sentito parlare di Shi Pei Pu: la spia cinese che per trafugare informazioni a un diplomatico occidentale, senza dubbio poco esperto nel campo dell’anatomia, si finse donna per oltre vent’anni.

Era il 1964 quando il vecchio generale Charles de Gaulle, eletto presidente al termine del secondo conflitto mondiale che lo aveva visto a capo della France Libre, annunciava al mondo come la Repubblica francese, allora terza potenza dell’Alleanza Atlantica (nonché potenza nucleare, ndr) avrebbe riconosciuto ufficialmente il regime comunista cinese come attore internazionale, installando la sua rappresentanza diplomatica a Pechino. Questo nonostante le pedine sullo scacchiere della Guerra Fredda fosserà già mosse in una serie delicatissime partite che vedevano l'Estremo oriente come fronte "tiepido".

Fu allora che Bernard Boursicot, appena ventenne, con un passato di studi trascorso in collegio, venne inviato nella lontana Cina per ricoprire il ragioniere d’ambasciata. Come spesso avviene tra i giovani diplomatici, Boursicot, assetato d’avventure esotiche e non meno di esperienze sessuali - pare avesse scambiato solo rate effusioni con alcuni compagni del collegio dove aveva trascorso metà della sua vita -, si spese parecchio per presenziare ad ogni evento che si teneva dei salotti diplomatici pechinesi; finché un giorno, tra tutti gli approcci non proprio brillanti, rimase letteralmente ammaliato da un giovanotto cinese qualche anno più grande di lui. Un cantante d’opera che rispondeva al nome di Shi Pei Pu, e che avrebbe presto deciso di rivelare al diplomatico francese il suo piccolo segreto. Shi Pei Pu, che era solito recitare la parte di personaggi femminili negli spettacoli in cui si esibiva, che parlava fluentemente francese e insegnava invece il mandarino alla comunità diplomatica, sembrava nutrire una profonda simpatia per il ragioniere dell’ambasciata francese, e non appena l’amicizia con Boursicot si fece più intensa, decise di confessargli la sua storia: la storia della farfalla.

La lussuriosa tattica di spionaggio di M.Butterfly

Come negli atti di un'opera teatrale che Shi aveva a suo tempo interpretato, quel lui era in verità una lei, costretta a fingersi un uomo per volere di una madre sottomessa che aveva procreato solo figlie femmine, e che sarebbe stata abbandonata dal suo spietato marito se non avesse dato alla luce almeno un figlio maschio. A questa storia assurda quanto straziante, Boursicot credette subito. Senza alcun genere d’indugio. Forse perché già completamente infatuato di quell’essere dalle forme androgine che pure gli si era presentata in giacca e cravatta come ad un party presso l’ambasciata. Forse perché i giochi saffici con cui Shi lo intratteneva, erano assai più coinvolgenti delle esperienze che aveva consumato con i suoi vecchi compagni di collegio, convincendosi che la sua omosessualità fosse più un rito di passaggio che una pulsione vera e propria. È qui che il legame tra i due sfocerà in una sofisticata quanto singolare operazione di spionaggio.

Nel 1965 Boursicot era in procinto di lasciare la Cina, quando Shi gli rivelò di essere rimasta incinta di lui. Ciò spinse il diplomatico a trovare una via per farsi riassegnare presso l’ambasciata francese a Pechino, e mentre gli Stati Uniti erano ormai impegnati in un conflitto dichiarato contro il Vietnam, e non dichiarato in Laos e Cambogia, tutte appoggiate dalle potenze comuniste, il diplomatico ormai venticinquenne tornò come archivista d’ambasciata nella Cina scossa dalla Rivoluzione Culturale.

Nel frattempo Shi Pei Pu, che secondo la audace copertura aveva tenuto in grembo un figlio maschio e lo aveva dato alla luce in assenza di Boursicot, si era fatto procurare da un funzionario del governo un bambino che potesse avere tratti occidentali, pare acquistato nella regione autonoma dello Xinjiang, per mostrarlo quale frutto del loro amore, e stringere ulteriormente il legame con il diplomatico francese. Il bambino che aveva ricevuto il nome di Shi Du Du, ed nato in una remota località al confine settentrionale, dove la muraglia cinese divideva il vecchio regno dalla Mongolia. È durante la sua seconda missione diplomatica che per entrare nelle grazie del governo cinese, Boursicot, forse sotto ricatto, forse incitato, certamente spinto dalla sua amata Farfalla, rivelò d’ essere in possesso di diversi documenti diplomatici francesi - in qualità d’archivista - e di poterli mostrare a due funzionari del governo comunista che erano soliti visitare la casa di Shi. Quando gliene chiesero prova, Boursicot non esitò a fornire incartamenti che potevano contenere informazioni sensibili sul suo paese. Questo finché non fu costretto a lasciare nuovamente la Cina nel 1972.

Una Farfalla finita nella rete del controspionaggio

La successiva missione diplomatica di Boursicot, lo vedrà di stanza a Ulan Bator, capitale della Mongolia e realtà diplomatica ai margini delle tensioni bipolari che non prevedeva alcun livello di sicurezza particolare, dunque consentiva al giovane francese di continuare a passare informazioni agli amici della Farfalla. Ma la vera svolta avviene quando Boursicot dovrà fare nuovamente ritorno a Parigi: Shi Pei Pu lo accompagnerà insieme a loro figlio. E dal 1982 vivrà insieme a lui in Francia, esibendosi come cantante d’opera, ma non tralasciando per questo le sue pulsioni spionistiche. Quella volta però il controspionaggio francese, per mezzo della Direction de la Surveillance du Territoire, scoprirà la presenza - prolungata ben oltre il visto culturale che ne aveva permesso l’ingresso - di Shi Per Pu nell’abitazione del diplomatico francese. Interrogata - perché in Francia era stata registrata di nuovo come donna - negherà d’essere a conoscenza del tradimento del compagno che aveva fornito per anni documenti riservati alla Cina. Sarà soltanto un esame medico richiesto dal tribunale di Parigi ad accertate che la spia cinese era in verità un uomo. Rivelandolo anche a Boursicot, che con la Farfalla aveva intrattenuto una relazione di quasi vent’anni.

La notizia di Shei Pei Pu fece scandalo in Europa come in tutto l’Occidente. In un primo momento Boursicot tentò anche il suicidio a causa di quella straordinaria rivelazione. Entrambi vennero condannati a sei anni di reclusione, uno come spia, l’altro come traditore, benché i documenti passati dal diplomatico francese ai servizi cinesi fossero in realtà informazioni di bassissimo livello. L'allora presidente francese François Mitterrand concederà l'amnistia ad entrambi dopo un solo anno di carcere.

Ma possibile che Boursicot non si sia mai accorto che..?

Shi Pei Pu, la "Farfalla", il protagonista di una delle più singolari vicende di spionaggio di sempre, affermò di non aver mai mentito al suo amante dichiarando di essere una "donna", ma solo di “averglielo fatto credere”. Entriamo quindi in una sfera un po’ complessa, azzarderemmo quasi a luci rosse, assai delicata per quel che oggi tocca le corde della militanza Lgtb+, ma tanto vale citare quel che venne spiegato agli inquirenti dalla spia cinese.

Shi Pei Pu raccontò, senza risparmiarsi nei particolari, come usasse “spingere i suoi testicoli nell’unica cavità del corpo maschile, nascondendovi anche il pene”. In tal modo la pelle ricordava lontanamente le labbra di una vagina adatta ad una penetrazione superficiale, che sotto i peli pubici appositamente “acconciati” poteva ingannare Boursicot. Un uomo che non aveva mai avuto un rapporto sessuale con una donna, che si era lasciato travolgere dai giochi erotici della Farfalla, che era comunque costretto, per volere dell’amante, a consumare tutti i loro rapporti nell’oscurità e che probabilmente era giunto in fine alla conclusione di nutrire pulsioni bisessuali. Dunque con il passare degli anni non faceva più differenza quale fosse il sesso della persona con cui si era frequentato per oltre vent'anni (pur frequentato di tanto in tanto altri uomini e altre donne, ndr).

Certo, forse quella che abbiamo appena finito di raccontare non è uno di quegli episodi di spionaggio che hanno cambiato la storia attraverso chissà quali informazioni segrete passate al nemico, ma

sicuramente ci dà una chiave di lettura su quanto sia complicata e affascinante la natura umana. Che nel gioco dello spionaggio non di rado tocca l’apice delle sue possibilità e delle sue infinite declinazioni.

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