Lo strano impegno di Nesi Prima attacca Monti, ma poi si candida con lui

Venerdì lo scrittore pratese Edoardo Nesi ha annunciato con un tweet di aver accettato la candidatura in Toscana come nella lista «Scelta civica con Monti». Poltrona alla Camera quasi assicurata. Le prime repliche dei suoi fan alla notizia denunciavano stupore per non dire incazzatura.
Edoardo Nesi è un autore atipico. Nel romanzo-saggio Storia della mia gente (Bompiani) ha trattato il tema della piccola impresa in difficoltà di fronte alla globalizzazione e alla noncuranza dei politici. Una scelta narrativa inconsueta in un mondo letterario che sembra circoscrivere la realtà al problema del precariato. Il libro vinse lo Strega nel 2011. Il successivo Le nostre vite senza ieri (Bompiani) prendeva di petto la crisi economica. Non faceva sconti al Cavaliere. Tuttavia suscitò scalpore perché sferrava un attacco violentissimo al governo tecnico. Ecco qualche passaggio carico di sarcasmo: «Entra in scena Mario Monti, il Cavaliere Bianco della Globalizzazione, il Professore dei Professori, il Salvatore della Patria» e subito «si mette a telefonare ai suoi amici e forma in quattro e quattr'otto un governo di tecnocrati semisconosciuti che viene accolto da una salva di applausi assordante e pressoché unanime, e riscuote alle Camere una fiducia di dimensioni mai viste, perché quasi nessuno ha il coraggio di votargli contro, e in due settimane presenta una manovra fatta quasi solo di tagli e tasse dal sapore antico, che si dirige esattamente nel senso contrario rispetto a ciò che servirebbe alla crescita dell'economia reale». Secondo Nesi, il «Cavaliere bianco della globalizzazione» non solo è incompetente ma anche mezzo bugiardo: «Poi il Professore dei Professori va in tv e giustifica la durezza della manovra... raccontando una serie di enormità fors'anche possibili, ma di certo impossibili da smentire perché non sottoponibili a controprova: che senza la sua manovra l'Italia sarebbe diventata come la Grecia, che non ci sarebbero stati i soldi per pagare gli stipendi alla fine del mese e, dopo qualche stolido secondo di pausa, come a ripetere una lezione imparata, nemmeno le pensioni. Che, se ancora non ce ne siamo accorti, lui sta salvando l'Italia. Della crescita si occuperà in futuro. Applausi».
Applausi anche a Nesi che ora «sale» in politica per sostenere proprio Monti. Cambiare idea è normale ma il libro è stato pubblicato 11 mesi fa, non 11 anni fa, e soprattutto da allora nulla è mutato. Anzi: siamo in piena recessione, di crescita neanche l'ombra, le tasse continuano a salire. La trasformazione di Nesi da detrattore a vassallo del Professore è davvero un mistero. Non si capisce se sentirsi ingannati come lettori o come elettori. Credeva sul serio a quello che ha scritto? Crede sul serio che Monti sia la soluzione? Poche settimane fa Nesi ha aperto la convention del movimento di Montezemolo: è l'unica tappa pubblica del suo fulmineo ripensamento. Un po' poco.


Questa vicenda, a prescindere dal giudizio che se ne vuole dare, mostra la reale consistenza della letteratura civile e impegnata, anche quella meno scontata: dura lo spazio di un mattino e vale meno di uno scranno in Parlamento.

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