Cuneo fiscale, lo sconto di Prodi rischia di essere solo un bluff

Manca l’ok di Bruxelles per i benefici sull’Irap promessi agli industriali. Il governo: «Ci stiamo lavorando»

da Roma

«Il governo ha preso per il cuneo gli imprenditori». Gianni Alemanno (An) gioca con le parole per commentare un rischio presente nella legge finanziaria. Vale a dire, che le imprese nazionali non potranno godere dei benefici di alleggerimento fiscale previste dalla manovra. In quanto, manca ancora il via libera europeo alle misure previste dal «cuneo». Il sottosegretario all’Economia Mario Lettieri annuncia che «il governo è impegnato a fare in modo che il beneficio di riduzione del cuneo fiscale entri in vigore il più presto possibile». Ed anticipa che funzionari italiani sono già in contatto con la commissione per illustrare a Bruxelles le misure a favore delle imprese contenute nella finanziaria.
Secondo alcune interpretazioni, sostenute da Maurizio Leo e Gianni Alemanno, in assenza dell’autorizzazione europea gli imprenditori italiani non potranno beneficiare nell’acconto di maggio dei benefici fiscali Irap previsti dalle misure sul cuneo fiscale. Oppure dovranno pagare una maggiorazione dello 0,4% a novembre. La Commissione europea non ha ancora autorizzato le operazioni di sconto fiscale, in quanto - secondo i due esponenti di An - il governo non ha comunicato in tempo utile a Bruxelles le misure della legge finanziaria, per ottenerne l’autorizzazione.
Secondo altre interpretazioni, la commissione di Bruxelles ha tempo un anno e mezzo per dare l’autorizzazione agli sconti del cuneo fiscale. Ne consegue che i rischi paventati di ritardi da parte del governo non dovrebbero rappresentare un pericolo per gli imprenditori. In quanto, essi sono autorizzati ad applicare la normativa nazionale. E se questa non fosse in linea con quella europea, la commissione può procedere con procedure d’infrazione: così come successo con gli sconti fiscali previsti per le fusioni bancarie, decise dal governo Ciampi. Insomma, secondo queste interpretazioni delle norme i rischi paventati dai due esponenti di An non avrebbero motivo di esistere.
Gli imprenditori, al contrario, preferiscono avere certezze immediate. E sembrano non fidarsi delle rassicurazioni del governo. Così, è iniziato un pressing al quale ha risposto ieri Lettieri, riferendo di contatti fra funzionari italiani ed europei. Vale la pena di ricordare che già prima del varo della finanziaria (e del conseguente cuneo fiscale) il governo aveva avviato diversi contatti con la commissione europea a proposito del cuneo fiscale. Ed aveva avuto luce verde per l’operazione.
Il problema - avvertito dagli imprenditori - è che la mancanza di certezza sulla corretta interpretazione delle norme, corre il rischio di far pagare loro una soprattassa dello 0,4% con la dichiarazione d’autunno. A peggiorare le cose sarebbero poi i non proprio idilliaci rapporti fra il governo e la commissione europea a proposito della concorrenza.

Il problema fiscale, infatti, sarebbe argomento che verrebbe analizzato non tanto per i problemi fiscali; quanto per quelli di aiuto di Stato. Non a caso, il cuneo fiscale viene raddoppiato per le imprese meridionali. Misura che a Bruxelles potrebbe sembrare distorsiva della concorrenza.

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