Cuore artificiale per un bimbo di 16 mesi: è il primo al mondo

All’ospedale Bambino Gesù di Roma impiantato per la prima volta al mondo il più piccolo cuore artificiale. L`intervento, unico nel suo genere, è stato svolto il mese scorso in un bambino di appena 16 mesi e si è reso indispensabile a causa della gravità delle condizioni di salute del piccolo, che non gli avrebbero consentito di sopravvivere in attesa del trapianto di cuore e che, per le condizioni generali non erano compatibili con soluzioni temporanee di circolazione extracorporea.
L`apparecchio - mai utilizzato in precedenza - ha avuto bisogno di un apposito permesso per il suo primo impiego da parte della FDA (Food and Drug Administration) e del ministero della Salute.
«Il dispositivo, una pompa al titanio di soli 11 grammi capace di sostenere una portata fino a 1,5 litri al minuto, è stato usato in urgenza su un piccolo di 16 mesi affetto da miocardiopatia dilatativa con una grave infezione del sistema di assistenza ventricolare precedentemente impiantato», spiega Antonio Amodeo, responsabile Unità di progetto «Assistenza meccanica» del Bambino Gesù: «Il cuore artificiale, prototipo di laboratorio sviluppato nell`ambito un programma di ricerca americano del National Institutes of Health, ha permesso il completamento dell`iter terapeutico del piccolo che è culminato con il trapianto cardiaco. Attualmente, ad oltre un mese dall`intervento, il bambino gode di buona salute». Secondo Ignazio Marino, chirurgo e presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, quello al Bambino Gesù è «un risultato straordinario, conseguito in una condizione clinica difficile da affrontare per la rarità di donatori così piccoli, ma che la tecnologia oggi permette di gestire grazie all’utilizzo di sofisticati strumenti artificiali. Tutto questo richiede uno straordinario coordinamento tra tecnici, infermieri, medici e chirurghi. «Il fatto che sia stato realizzato in Italia dimostra ancora una volta che la nostra politica dovrebbe credere maggiormente nella ricerca ed investire almeno il triplo di quel misero 0,9% del PIL attualmente ad essa destinato. Innovazione e sviluppo significano concretamente salvare la vita di un bambino, ma vogliono dire anche brevetti e ripresa economica dalla crisi che ci affligge».

«L’ospedale Bambino Gesù ancora una volta si dimostra protagonista a livello internazionale nella ricerca pediatrica: l’operazione è un fatto eccezionale che dona una nuova speranza a tanti bambini che si affacciano alla vita con gravi difetti cardiologici e che da oggi possono guardare al futuro con fiducia», commenta in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Il mio plauso va a tutto l’ospedale e in particolare al team medico che ha effettuato la delicata operazione».

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