Cultura e Spettacoli

La cupa, ossessiva carneficina del serial killer con la maschera

Esiste un ordine di registi che definiremo emeriti rompiscatole. Non ci riferiamo ai registi impegnati, che affrontano temi scottanti con le migliori intenzioni. Stiamo parlando di autori (!) che scelgono soggetti già scelti da altri, con la presunzione di fare meglio quello che era già il meglio del peggio.
Campione della categoria, tanto per intenderci, è Rob Zombie, dal nome programmatico, che con Halloween – The Beginning è così gentile da fornirci il prequel della serie iniziata da John Carpenter. In realtà la vicenda è la stessa vista in altri otto episodi: il primo, quello di Carpenter, è del 1978. Il personaggio, noto ai fan del genere, è Mike Myers, assassino a solo sei anni, internato per un lungo periodo e che ormai adulto, evade, con l’involontaria complicità dello psichiatra Samuel Loomis (Malcom McDowell), personaggio presente in tutte le puntate. Ammazza chi gli capita a tiro, con il volto coperto da una maschera, gigantesco e tetragono a proiettili ed a tutti corpi contundenti che le sue vittime tentano pateticamente di lanciargli.
In un atto di estrema generosità possiamo apprezzare l’omaggio ad Howard Hawks, visto che il nostro Zombie mostra la sequenza clou di La cosa da un altro mondo (1951), in cui il gigantesco James Arness si muove al pari di Myers e le pallottole gli fanno il solletico. Qui siamo in piena comicità involontaria. Resta la cupezza di una vicenda che mostra la solita mattanza in modo fastidiosamente ripetitivo. E si seguita a sostenere il falso definendo questi (sotto)prodotti stimolanti e ricchi di sottintesi. Invece sono soltanto malintesi.



HALLOWEEN – THE BEGINNING (Usa, 2007) di Rob Zombie con Malcom McDowell, Tyler Mane. 95 minuti

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