La cura funziona e Ferretti prende il largo

Nel bel mezzo di una traversata, lunga 43 anni, «c’è stata una grande burrasca, ma oggi posso presentarvi un gruppo diverso, uno e indivisibile, con un presidente, un amministratore delegato e un brand manager per ogni marchio». Norberto Ferretti, fondatore con il fratello Alessandro degli omonimi cantieri navali, torna a sfoderare quel sorriso rassicurante, ma smarrito durante la crisi. Per i suoi uomini è il segnale. Come un segnale è «Ferretti 800» l’ultimo gioiello della flotta presentato lunedì scorso proprio a Cattolica. «Siamo tornati più snelli, in forma e anche più umani», conclude Re Norberto riferendosi anche alle ridotte dimensioni degli yacht, escludendo ovviamente le «navi» Crn. Poi un brevissimo cenno alle recenti vicissitudini interne: «Abbiamo dismesso Apreamare e Pinmar. Ci teniamo Pershing, marchio strategico per il gruppo. Nostro malgrado abbiamo perso Tilli Antonelli, il fondatore. Ma non cambieremo nulla: la tipologia delle barche sarà sempre quella: alte prestazioni e look aggressivo». Lasciando trapelare improbabili ipotesi di un banchetto con vitello grasso per il ritorno del figliol prodigo. Un gruppo diverso, dunque, che riparte da un proprio salone permanente nella Marina di Cattolica - chiamato «Easea show» - un vero e proprio boat show privato per dealer, clienti e stampa.
«Siamo l’unico gruppo - dice Salvatore Basile, amministratore delegato (ex Baxi e De Longhi) - che si fa un salone. Abbiamo 55 prodotti diversi, ma a breve ne avremo 60. Con un investimento di 35-40 milioni, infatti, porteremo sul mercato 5 modelli nuovi e 35 rivisitati. Certo, il 2009 è stato l’anno terribile, il mercato è ancora difficile, però c’è qualche percezione di cambiamento. Nei primi 7 mesi abbiamo raddoppiato gli ordini rispetto al precedente periodo. È un segnale importante, tenendo conto che il fatturato al 31 agosto 2010 ha già una copertura dell’85%. Adesso andiamo a cercare quel 15% che ci manca. Anche la situazione di cassa sta andando bene».
Pare proprio che l’Ingegnere-filosofo abbia trovato la formula, quella delle due C: costi & cassa. Ma non esclude la terza: «Abbiamo girato la boa - dice - e la terza C... che ci manca non guasterebbe...». E tutto lo lascia pensare: «Forse - aggiunge Basile - la gente si è stufata di piangersi addosso. Abbiamo avuto riscontri importanti dal salone di Miami, ma anche da Brasile e Messico. Anche qui a Cattolica abbiamo cominciato bene: è arrivato un cliente, ha visto il Mochi 44 e lo ha comprato subito».
In questo momento, secondo il Basile-pensiero, il gruppo «si trova in una situazione di bolina stretta». L’ad, infatti, è convinto più che mai di riuscire a «tagliare il traguardo nei tempi previsti». Come dire: l’opera di riconsolidamento è in corso e procede secondo i piani.
«Quest’anno - aggiunge Basile - chiuderemo con un fatturato di 540 milioni. Tuttavia ci siamo concentrati sul taglio dei costi che per l’esercizio in corso (settembre 2009 -agosto 2010), prevede risparmi gestionali per 38-40 milioni di euro. Scende anche l’indebitamento finanziario. Da non sottovalutare - conclude - che il break even point della società si è ridotto di 200 milioni tondi. Tutto questo ci consentirà di tornare in utile nel 2011».
Intanto Norberto & Basile stanno mettendo a punto gli sbarchi in Cina (quattro i nuovi contratti di dealership), in Sudamerica (con Ferretti do Brasil) e in India.
Del nuovo corso parla anche Lamberto Tacoli, numero tre del gruppo di Forlì e presidente di Crn. «La ristrutturazione è stata pesante», dice. Dolorosa ma necessaria: oggi, infatti, i dipendenti sono 2.300. Un anno fa erano oltre 3mila. «Era un gruppo complesso - aggiunge Tacoli - fatto di feudi autonomi pur nella loro eccellenza: un presidente e un amministratore delegato per ogni singolo marchio. Ora abbiamo semplicemente ribaltato il tradizionale concetto della piramide: siamo più snelli, razionali ed efficienti. Per quanto riguarda Crn siamo concentrati - aggiunge - sulla costruzione dell’ammiraglia del gruppo, un megayacht di 80 metri che sarà varato entro la fine del 2011». Il costo? Un segreto da circa 75 milioni di euro.
La storia di Ferretti Yachts inizia nel 1968, quando i due fratelli Alessandro e Norberto fondano i cantieri navali. Una storia costruita con passione, professionalità e ingegno, una storia italiana che ha fatto di un marchio il culto degli appassionati di nautica a motore, l’icona dell’eccellenza made in Italy nel mondo. I meno giovani ricordano il campione del mondo offshore Norberto Ferretti. È l’anno 1994. Il trionfo-bis arriverà nel 1997. Poi la serie di riconoscimenti. Tra i più importanti il premio «Award per il made in Italy» negli Stati Uniti, il Cavalierato del Lavoro, la laurea honoris causa in ingegneria navale. Oggi Ferretti Yachts è parte di Ferretti Group, al quale appartengono anche altri brand eccellenti della nautica mondiale quali Pershing, Itama, Bertram, Riva, Mochi Craft, Crn e Custom Line. L’internazionalizzazione dell’azienda ha portato il business a coprire tutta l’Europa, Stati Uniti, Medio ed estremo Oriente.
Ma torniamo al protagonista di «Easea show», il nuovissimo Ferretti 800. Nato dalla matita di Gianni Zuccon, in stretta collaborazione con Advanced Yacht Technology del gruppo Ferretti, è la sintesi dell’innovazione unita al design classico-contemporaneo che potrà influenzare le tendenze future dell’intero settore. Il risultato è uno yacht dagli spazi interni generosi, dal layout caratteristico di imbarcazioni di dimensioni superiori, combinate con una linea esterna accattivante, arricchita dall’uso del colore, e dove le superfici in vetro garantiscono anche una grande luminosità interna.
Il profilo esterno ha due novità: l’utilizzo del colore bronzo per il cupolino e linee grafiche delle vetrate tra sinuose curve e «tagli» decisi. Sono state inserite le tre vetrate a «branchie di squalo», tratto distintivo di alcuni modelli Ferretti Yachts.

Nel ponte inferiore si trovano nuove soluzioni nate da progettazioni all’avanguardia, sviluppate da Ayt, che garantiscono anche nel lower deck una luminosità unica per imbarcazioni di questo segmento: le due grandi finestre open view della suite armatoriale sono state ulteriormente ampliate, mentre nella zona ospiti sono state inserite due grandi finestre di nuova concezione: gli oblò apribili garantiscono grande funzionalità.

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