RomaHanno smentito di aver cenato insieme. Ma hanno scritto un libro insieme. Sul piano dellintimità, unopera a quattro mani è un esperienza molto più intensa di unamatriciana mangiata, o forse no, allo stesso tavolo. Massimo DAlema e Gianfranco Fini hanno negato la settimana scorsa qualsiasi tête-à-tête, ma mercoledì sera Baffino ha spiazzato la platea della festa dellUnità con una rivelazione: «Pubblicheremo un libro insieme nei prossimi giorni con Fini...». Così ha aggiornato il suo pubblico il presidente del Copasir, seduto sul palco della festa di Roma accanto al direttore di Rainews24, Corradino Mineo, che lo intervistava. Un libro? Con Fini? «Sullimmigrazione», ha aggiunto il leader Massimo.
La prima reazione del popolo del Pd è stata il silenzio. Un testo in coppia con lex fascista Fini è una capriola più spericolata di un bungee jumping. «Un libro con le nostre fondazioni», ha quindi aggiunto DAlema. Un connubio di cultura, liaison intellettuale, sintesi di un discorso già avviato da tempo con incontri comuni. Un saggio che contiene «unanalisi molto coraggiosa», ha proseguito DAlema, in materia di diritti degli stranieri: «Che lo dica io che è uno scandalo che i lavoratori immigrati non hanno diritto di voto è abbastanza naturale, ma in quel libro lo dice anche Fini, il che è meno naturale ma molto interessante». Il libro di Massimo & Gianfranco tratterà quindi di immigrazione e nello specifico del voto agli extracomunitari.
Già da qualche tempo Italiani Europei (fondazione che fa capo a DAlema) e Fare Futuro (di paternità finiana) si sono avvicinate per una serie di progetti condivisi. Sono praticamente gemellate. Solo che DAlema e Fini rimangono pur sempre due gemelli diversi. Mineo a questo proposito ha avuto un sussulto dopo unora di dibattito orizzontale: «Ma Fini è lautore della legge Bossi-Fini sullimmigrazione...». Pronta risposta di Baffino: «E infatti in quel dibattito che spero voi leggerete gli dico: mi pare di capire che ti sei pentito di quella legge. E lui in una certa misura dice di sì, mi rendo conto che quella legge è stata... Fini è Fini, ma è sbagliato non registrare che un leader della destra come lui su questioni molto importanti cerca un dialogo bipartisan e una convergenza». Dunque Fini confessa a DAlema di essersi pentito della legge scritta con Bossi. Anche questa è una questione molto interessante.
Il popolo del Pd si è così trovato di fronte una scena da caminetto letterario: Fini e DAlema chini a scrivere il loro libro, con domande e risposte, un dialogo intessuto con i toni pacati del dibattito filosofico. Ci ha pensato lex presidente del Consiglio a riequilibrare - un pochino - limmagine troppo amorevole del duetto culturale: spiegando il lavoro su piani vicini delle fondazioni, aggiungendo che, per carità, lintenzione non è quella di fare «di Fini lennesimo candidato della sinistra, che cè già una pletora esagerata». Ghigno. Risatine un po isteriche nel pubblico. Ma insomma, contro questo Berlusconi è bene «dialogare con una destra democratica». Applauso. Lavesse detto in un salotto sarebbe passato in sordina, ma proclamarlo alla festa dellUnità ha un certo peso. Quasi uninvestitura. E il fatto poi che il popolo del Pd applauda alla destra democratica, anche questo è evento degno di nota.
Se poi si aggiunge che poco dopo Baffino ha sparato due colpi di fucile su Vendola - pur senza nominarlo - chiarendo che la politica «non si fa con la poesia», in riferimento esplicito allintraprendente Nichi e al suo eloquio da incantatore di piazza, la domanda da porsi è: dove vuole andare DAlema? Anzi, dove vanno gli opposti gemelli?
Il Baffo più famoso del Pd lo dice chiaramente: «Sarebbe più giusto per il Paese che si formasse un governo di transizione» per risolvere la crisi e «approvare una nuova legge elettorale». Poi, quando si andrà a elezioni, «chissà se ci sarà ancora un sistema bipolare. Non lo so Fini dove sarà...».
Ancora il pensiero lì: Fini e DAlema, un futuro da scrivere insieme.
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