«D’Alema tifa Fini? Ovvio, lui è allergico allo scandalo case»

RomaOnorevole Francesco Storace, leader della Destra, cosa pensa quando Massimo D’Alema dice che il caso-Montecarlo sul quale avete presentato l’esposto alla Procura di Roma «non ha alcuna rilevanza pubblica»?
«Quando sente parlare di immobili gli si tocca un nervo scoperto. Fu proprio il Giornale anni fa a mettere in luce la vicenda “Affittopoli” nella quale D’Alema era coinvolto. Evidentemente quello che per noi è uno scandalo per lui è un privilegio».
L’ex premier ritiene necessaria una «santa alleanza» elettorale per superare Berlusconi. I due fatti si legano?
«È un modo come un altro per appoggiare quell’armata Brancaleone di “terzopolisti” che siedono ininterrottamente in Parlamento dal 1983 senza aver combinato alcunché. Sabato la Destra sarà a Milano per dire che prima del dopo-Berlusconi ci sarà il dopo-Fini».
È un’indebita ingerenza, dunque?
«Sì. La comunità della destra italiana aveva difficoltà a reperire sedi per l’attività politica e grazie a benefattori come la contessa Colleoni è stato possibile proseguire la “buona battaglia”. D’Alema, Casini e Rutelli come si permettono di offendere la memoria storica di una comunità? Si facessero gli affari loro!».
Questo dalemismo giocato dietro le quinte, quasi in seconda fila, come lo giudica?
«Cerca di incarnare la figura del “grande vecchio” che detta le regole dall’alto. D’altronde, è stato lui il creatore dell’inciucio. Gli do un consiglio: faccia organizzare le primarie del centrosinistra allargato a Fini e Casini al Pd napoletano. Ci sarà da divertirsi. Non c’è da aspettarsi molto da chi ha bisogno dei Santoro e dei Saviano per esprimere un concetto».
Quindi, quella di D’Alema è una difesa strumentale del presidente della Camera?
«Certamente. Anche perché Fini ha sbagliato clamorosamente dal punto di vista politico, morale e penale. Politicamente perché da ex ministro degli Esteri avrebbe dovuto comprendere che rivolgersi a una off-shore per vendere era inopportuno. Moralmente perché ha approfittato del patrimonio di una comunità. E penalmente perché, nonostante la “buona volontà” della Procura di Roma, depositeremo altri documenti che dimostreranno la sua colpevolezza. E quand’anche non dovessimo prevalere in sede penale, in sede civile lo spoglieremo nudo».
A proposito, ha visto il sito di Generazione Italia?
«Ogni tanto lo guardo e vedo poca distanza tra i suoi frequentatori e i più sfegatati sostenitori di Vendola e Di Pietro».
Anche D’Alema si è unito al coro degli accusatori del ministro Frattini per l’acquisizione di documenti da Saint Lucia.
«Dovrebbe ricordarsi che alla Farnesina, prima di Frattini e di se stesso, c’è stato pure Fini sul quale è stato steso un velo pietoso nonostante il suo portavoce fosse aduso a comportamenti boccacceschi. E comunque dovrebbe astenersi dal dare lezioni di morale chi ha fatto del Parlamento con i vari Vendola, Luxuria e Cicciolina un luogo della simbologia sessuale».
L’accodarsi alla richiesta di elezioni del «Terzo polo» non le suona strano?
«Fini, quando ero suo portavoce, mi insegnò una cosa. Eravamo dubbiosi circa il dare l’ok alla Bicamerale di D’Alema e uscì una dichiarazione di Casini che si aspettava un nostro rifiuto. Pensai fosse positivo e invece mi disse che in politica le dichiarazioni si interpretano togliendo e aggiungendo i “non” a seconda dei casi. Quindi coloro che invocano le elezioni in realtà non le vogliono affatto».


Come vede la situazione a breve termine?
«I sondaggi accreditano alla Destra un 2-3% che potrebbe diventare 4% e consentire al centrodestra di essere nuovamente maggioranza nel Paese. Gli altri hanno bisogno solo di fare ammucchiate. Anzi, faccio una scommessa: Fini si candida al Senato per sfruttare i voti di Casini perché alla Camera non ce la fa».

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