D’Alema trova il «solito» colpevole: il governo

Il verde Pecoraro: manderò a Pisanu la cassetta con le immagini delle cariche

da Roma

Un sit-in di protesta davanti a Palazzo Chigi organizzato dai Verdi in serata. Un’altra manifestazione in grande stile a Torino proclamata per il 17 dicembre. L’Unione poco alla volta supera la soglia di prudenza e si schiera apertamente dalla parte della popolazione della Val di Susa. La carica della polizia dell’altra notte provoca unanime condanna e indignazione, oltre che la richiesta di sospensione dei lavori (Rifondazione), di referendum locale sulla Tav e di una commissione d’inchiesta sul comportamento della polizia (Pdci).
Se Prodi aveva detto l’altro giorno che lo sgombero era «un grave errore», ieri Massimo D’Alema è andato oltre. «È evidente che quando si passa sul terreno della violenza e della forza si incoraggiano gli estremisti. E ho paura che il governo lo faccia deliberatamente, cosa che mi preoccupa molto, perché siamo all’inizio di un’impegnativa campagna elettorale...». Il presidente ds ritiene quella del governo «una decisione molto grave: qualunque cosa si pensi dell’Alta velocità (e noi abbiamo detto più volte che siamo favorevoli), quando si ha di fronte una scadenza che riguarda cittadini e famiglie si discute, non si manda la polizia a rimuovere i cittadini con la forza». La tesi di una strategia deliberata da parte di Palazzo Chigi ricalca quanto affermato dal leader comunista Oliviero Diliberto: «Il governo soffia sul fuoco, usa spudoratamente la legittima protesta della popolazione per fini elettorali, utilizza l’allarmismo per alimentare la tensione». A conferma di ciò, dice Diliberto, ci sarebbero i contrasti tra i ministri Lunardi e Pisanu, che «stanno giocando una partita propagandistica per avvelenare il clima del Paese».
Dello stesso tenore la ricostruzione dell’indipendente rifondatore Pietro Folena: «Dietro le violenze c’è un disegno preordinato, creare l’incidente per giustificare la repressione». Sicuri anche i comunisti Gianfranco Pagliarulo («La responsabilità degli incidenti è di Lunardi e Pisanu») e Marco Rizzo: «Il governo ha acceso un cerino in una polveriera, non se ne comprende la ragione, a meno che non si voglia aumentare la presenza e la pressione militare sulla Valle». Rizzo propone che il governo riferisca in Parlamento, e nel frattempo che «venga fermata questa spirale di violenza con una tregua, in vista delle Olimpiadi». Così, dice, si potrebbe celebrare un referendum per far decidere alla popolazione.
Sospendere tutto è la richiesta che arriva anche dal rifondatore Franco Giordano, che trova «inaccettabile» il ricorso alla violenza. Per il leader verde Alfonso Pecoraro Scanio il governo dovrebbe invece «convocare subito i sindaci della Valle, le opere pubbliche non si fanno con la polizia...». Forti delle indicazioni che arrivano dall’europarlamento, i verdi sono certi che, dopo i primi carotaggi per la valutazione di impatto ambientale, «sarà l’Unione Europea a chiedere di cambiare il tracciato alla Lione-Torino, perché il disastro della Val di Susa è figlio della legge obbiettivo del governo, che ha saltato tutta una serie di controlli ambientali». Pecoraro si dichiara pronto a inviare al ministro Pisanu le videocassette nelle quali si vedrebbero chiaramente le cariche della polizia ai cittadini.


Mentre gli ambientalisti si mobilitano a Strasburgo, la Margherita piemontese vorrebbe trovare nella Legge finanziaria in discussione 25 milioni di euro da utilizzare per le compensazioni in Val di Susa. Il leader Rutelli, ultrafavorevole alla Tav, se la prende con il governo, che «ha sbagliato a forzare la mano». Da Mastella arriva invece l’invito ad «avere pazienza» e «discutere, discutere e ancora discutere».

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