Cronaca locale

«La via d’uscita è il microcredito»

Luca Moriconi

«Il cono d’ombra delle piccole imprese è un problema che rappresenta una sofferenza strutturale del sistema economico e bancario italiano». Parola di Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio, che così commenta i dati sull’accesso al credito della ricerca.
Secondo Sangalli il microcredito (ovvero, la possibilità di garantire piccoli prestiti anche in assenza di precise garanzie, sviluppata finora soprattutto nei Paesi poveri) «può rappresentare anche in Italia uno strumento essenziale per la definizione di percorsi innovativi, che permettano di ridurre il fenomeno dell’esclusione dal credito». In questa direzione, la Camera di Commercio, attraverso iniziative di abbattimento dei tassi e di partecipazione finanziaria ai Confidi, ha investito lo scorso anno 8 milioni di euro. «Adesso però - ha precisato Sangalli - occorre un impegno condiviso, per rafforzare la partecipazione al credito bancario per importanti settori del nostro tessuto produttivo».
Secondo i dati diffusi ieri da Camera di commercio e Università Bicocca, in Lombardia l’impresa batte la famiglia: un credito su due, infatti, va proprio alle aziende. In particolare al primo posto svettano le imprese non finanziarie (51,4%), seguite da quelle finanziarie e assicurative (27%) e, al terzo gradino, dalle famiglie (16,3%). Chiudono le imprese individuali (3,8%) e la pubblica amministrazione (1,4%). Nonostante i processi di concentrazione che stanno caratterizzando le banche (ultimo caso Unicredit-Hvb), cresce il numero degli intermediari finanziari: in regione sono concentrate il 31% delle banche italiane con 5.800 sportelli.
«Le iniziative della Commissione nazionale - ha detto il ministro per la Funzione pubblica Mario Baccini intervenendo al convegno - sono dettate da una grande ispirazione delle Nazioni Unite, che hanno voluto dare questa indicazione con l’“Anno del microcredito 2005”».

«La via italiana al microcredito - ha precisato il ministro - è stata portata avanti con forza, perché riteniamo che sia la strada per alleviare le sofferenze del mancato accesso al credito che impedisce la crescita delle economie locali».

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