Dagli Usa la Freedom House lancia l'allarme: "In Italia ci sono troppi telefoni sotto controllo"

L’istituto indipendente Freedom House: "Avete il record di telefoni sotto controllo Berlusconi? Ha fatto sì che internet restasse libero. Anche se non gli conveniva". La stampa rossa, sempre pronta a rilanciare le tesi dell'ente americano, non ha però ripreso la notizia

Dagli Usa la Freedom House lancia l'allarme: 
"In Italia ci sono troppi telefoni sotto controllo"

Silvio Berlusconi non tiranneggia internet. Il Cavaliere è a capo di un impero mediatico. La logica ci dice che sarebbe suo interesse regolare il rubinetto di internet e ridurre il flusso di notizie che ci giungono dalla rete. Invece, i diversi punti di vista e le critiche al governo viaggiano da un computer all’altro senza alcuna restrizione. Sembra un po’ la scoperta dell’acqua calda, ma all’estero, dove l’Italia è spesso vista come un Paese-macchietta, apprezzano. E soprattutto si meravigliano riconoscendo al premier Silvio Berlusconi qualità e meriti inediti. Quasi, da statista liberale. Niente male per il Cavaliere che molti grandi giornali fanno sistematicamente a pezzi dal 1994, misurandolo con il metro del pregiudizio.
Eccola, la notizia che affiora riga dopo riga nell’ultimo rapporto di Freedom House, l’associazione non governativa con sede negli Stati Uniti che promuove la libertà nel mondo: Silvio Berlusconi non è poi così male. Siamo un Paese libero e il capo del governo non approfitta della situazione. Non cerca di modificare a suo vantaggio i rapporti di forza della rete. Per una volta dunque gli studiosi degli altri Paesi occidentali non ci bacchettano sulle dita e non ci ridicolizzano. Per carità, siamo abituati a leggere le cose più incredibili, abbiamo scoperto che illustri personalità della gauche francese hanno un’idea dell’Italia quasi da fumetto. Per loro, Cesare Battisti, il terrorista dei Pac, l’assassino dell’orefice Pierluigi Torreggiani, sarebbe stato processato e condannato sulla base di leggi speciali e di norme contrarie alla civiltà.
Stupisce dunque che Freedom House non copi e rimetta in circolo, con il timbro della sua autorevolezza, le critiche feroci rivolte al governo Berlusconi dai nostri media. Ma così è. Anzi, Freedom House sostiene, altro giudizio controcorrente, che la magistratura commette abusi sul fronte delle intercettazioni. Certo, il governo vorrebbe varare nome più restrittive, norme che al momento sono solo un annuncio, ma intanto la magistratura spia (qualche volta) le chiamate secondo una tecnica che alcuni commentatori chiamano della pesca a strascico. Si ascolta tutto e di tutto, poi al momento della cernita si tiene solo quello che fa comodo o è utile per l’indagine. E i numeri, le cifre indicate dall’organizzazione, portano acqua al mulino dei critici: l’Italia è a un livello di guardia. Troppe telefonate finiscono nei brogliacci della polizia giudiziaria.
L’Italia berlusconiana è dunque più liberale o meno arroccata di quanto spesso si ricava da frettolose ma rumorose classifiche stilate qua e là per il mondo. Il rapporto è netto e manda in soffitta più di un luogo comune: «La posizione di predominio nel mondo della finanza e dell’editoria potrebbe spingere Berlusconi a restringere il flusso di informazioni on line, sia per ragioni politiche» sia per ragioni economiche. Tuttavia, nota compiaciuta Freedom House, alla fine del 2010 critiche e diversi punti di vista circolavano tranquillamente in rete. Una rete che è, a leggere il rapporto, svincolata da censure più della stampa, solo parzialmente libera.
Attenzione: Freedom House non è mai stata tenera con l’Italia, in particolare con la coalizione di centrodestra. Nel 2009 dopo la caduta di Prodi e il ritorno del Cavaliere, aveva declassato l’Italia sul fronte della libertà di stampa: da Paese «libero» a «parzialmente libero». Partly free, come solo la Turchia nell’intero Occidente. E aveva criticato la legge bavaglio definendola un passo indietro mentre nel mondo «si va verso la depenalizzazione dei reati a mezzo stampa».
Certo, la legge sulle intercettazioni preoccupa Freedom House, ma l’organizzazione ammette che, dopo le polemiche a livello internazionale, il progetto è stato bloccato. Ed è in stand by, anche se presto potrebbe riprendere il suo iter. Del resto la norma era stata pensata per rafforzare la tutela della privacy e per arginare le continue fughe di notizie.
In ogni caso la legge attuale esclude che si possa intercettare a 360 gradi: «E invece l’autorità giudiziaria ordina un gran numero di intercettazioni». Un numero eccessivo. Fuori parametro. Tanto che il Max Planck Institute nel 2006 ha collocato l’Italia in testa alle classifiche mondiali sulle telefonate spiate con 76 intercettazioni ogni centomila abitanti. Dati che Freedom House ritiene significativi.

Anche se sul punto c’è molta confusione e le cifre, a seconda delle fonti, divergono: Freedom House cita altre imprecisate «fonti ufficiali» che fisserebbero le intercettazioni a quota centomila. In realtà, altri calcoli giornalistici ci portano verso cifre monstre: sarebbero 400 mila le utenze spiate.

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