Dai banchieri ai rom, tutti i problemi di Pisapia

Giuliano Pisapia può davvero vincere le elezioni comunali di Milano? E ammettendo che possa farcela, questo candidato di questa sinistra può amministrare la città più dinamica d’Italia? Domande legittime, che molti si fanno. Niente di personale, come si dice. Non si tratta di valutare le qualità dell’ex parlamentare di Rifondazione Comunista, che pure Beppe Grillo ha bocciato in modo piuttosto brutale. La questione è politica, e riguarda molte delle questioni al centro dell’azione comunale, ma anche i nodi più politici dell’alleanza che lo sostiene (o non lo sostiene). Vediamole una per una.
Tasse
Perfino al di là delle sue stesse affermazioni, Pisapia e i suoi non riescono a scrollarsi di dosso l’immagine dei «tassatori». Si parla dell’Ici, ma si parla anche delle tariffe. Imprese e commercianti sono attenti e sensibili.
Sicurezza
La storia politica del candidato e le posizioni «buoniste» dei partiti di sinistra non garantiscono minimamente sulla volontà e la capacità di garantire la sicurezza di una città difficile come Milano, che ha bisogno anche del pugno di ferro.
Immigrazione
Per quanto la sinistra e il mondo radical chic neghi il problema, gli elettori sono preoccupati dell’invasione. Gli immigrati sono 200mila. La sinistra ha un’unica ricetta: accogliere e integrare. Ancora? E spendere soldi per questo. Altri?
Laicismo e diritti civili
Eutanasia, matrimoni gay, legalizzazione delle droghe, stanze del buco. Un curriculum coerentemente radicale, quello di Pisapia. Non a caso i Radicali sono convintissimi, con lui. Ma il voto cattolico scappa.
Moschea
Il principio è che tutti i culti hanno diritto di avere un luogo in cui pregare. Ma quando si tratta di alcuni centri islamici e di alcune frange della comunità musulmana basta dire sì o servono anche controlli e regole? Il quartiere della futura moschea non reagirebbe bene alla scelta.
Casa
La vicenda della casa di proprietà del Trivulzio abitata per anni dalla compagna del candidato ha imbarazzato il candidato e lo ha costretto a parlare poco e controvoglia del tema-casa.
La coalizione
Ieri un imprenditore come Piero Bassetti, ex Dc di area sociale che lo sostiene apertamente, ha previsto un bel successo in via della Spiga e fra l’alta borghesia. Ma sembra impossibile amministrare tenendo insieme l’estrema sinistra no-global e i banchieri.
Gli antagonisti
A proposito di centri sociali: occupano abusivamente, devastano, imbrattano, usano la piazza in modo violento e arbitrario. E hanno (quando le hanno) idee vecchie e superate. Si dicono ancora anarchici, comunisti, antagonisti. Sono amici della sinistra milanese. Imbarazzanti per un candidato sindaco che dovrà anche far rispettare le regole.
I «grillini»
I centri sociali lo appoggiano e sarebbe meglio per lui se non lo facessero. Beppe Grillo e i suoi supporter, al contrario, hanno candidato contro di lui un ragazzo che rischia di portagli via dai 2 ai 4 punti percentuali. Un bel problema.
Vendola
Uno dei temi politici della campagna elettorale è stata la freddezza del leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, che è sembrato sostenere Pisapia quando voleva far soffiare il vento delle primarie. Poi è parso indifferente. Qualche malizioso pensa che tema un rivale interno a Sel.
Il Pd
I Democratici non brillano mai nelle loro campagne. Ma a Milano hanno brillato per l’assenza, la mestizia, la svogliatezza in cui si sono (non) impegnati nel corso di tutta la sfida per le Comunali, dalle Primarie in poi. A Filippo Penati è stato pubblicamente rinfacciato. C’è da capirli: anche se vince Pisapia, loro perdono comunque.


La classe dirigente
La Milano delle imprese, delle categorie, delle professioni, dell’economia - una Milano che conta e che pesa - dubita non poco della capacità di questa sinistra, debole ed estremista - che ha perso l’apporto dei socialisti e sta all’opposizione da quasi 20 anni - di mettere insieme una classe dirigente all’altezza del compito gravoso che attende il vincitore: portare la città verso il 2015.

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