Dai compagni al Cavaliere: ecco i brani dello scandalo

ELOGI AL PDS
La Storia di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier, a proposito del Partito democratico della sinistra (PDS) scrive: «Il Pds intende proporsi come il polo di aggregazione delle forze democratiche e progressiste italiane; la sua azione ha per base un programma di riforme politico-sociali miranti a rendere più governabile il Paese, a moralizzare la vita pubblica, a risanare le finanze dello Stato e ad attenuare le diseguaglianze e le ingiustizie sociali a danno dei ceti più deboli economicamente».
I MERITI DI OSCAR LUIGI
L’età contemporanea di Ortoleva-Revelli, edito da Bruno Mondadori, a proposito di Oscar Luigi Scalfaro sostiene: «Dopo aver abbandonato l’esercizio della magistratura per passare all’attività politica nel partito democristiano, Scalfaro si è segnalato per il rigore morale e la valorizzazione delle istituzioni parlamentari».
ROSY LA COMBATTIVA

E SILVIO INVECE...
È, inoltre, il testo di Camera e Fabietti Elementi di storia che si distingue per la quantità di notizie partigiane e propagandistiche volte a influenzare, evidentemente, i giovani diciottenni a fini elettorali: «La Democrazia cristiana, fortemente sollecitata anche dalla combattiva europarlamentare Rosy Bindi, allontanava dalle cariche di partito ed escludeva dalle candidature tutti i propri esponenti inquisiti» (pagina 1679); nel 1994, con Berlusconi Presidente del Consiglio dei ministri, la Democrazia italiana arriva a un passo dal disastro: secondo gli autori, «l’uso sistematicamente aggressivo dei media, i ripetuti attacchi alla magistratura, alla Direzione generale antimafia, alla Banca d’Italia, alla Corte costituzionale e soprattutto al Presidente della Repubblica condotti da Berlusconi e dai suoi portavoce esasperarono le tensioni politiche nel Paese, sommandosi alle tensioni sociali determinate dalla disoccupazione crescente (che contraddiceva clamorosamente le promesse elettorali di Forza Italia) e dai tagli proposti dal governo alle pensioni, alla sanità e in genere alle spese statali per la previdenza sociale».

Il punto peggiore si raggiunse il 21 dicembre, quando «Berlusconi annunciò ai deputati le proprie dimissioni, dichiarando nello stesso tempo che sarebbe seguito o un governo Berlusconi-bis o un governo destinato a condurre al più presto il Paese a nuove elezioni. Tali pronunciamenti miravano esplicitamente a ridurre o a vanificare la libertà di scelta del Presidente della Repubblica» (pagine 1.682-1.683).

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