Dai diritti gay all’eutanasia: l’avvocato rosso è tra due fuochi

Le crociate del Pd contro l’avvocato «rosso» sono già partite. Mentre il partito di Bersani dichiara per ora (solo) a parole pieno sostegno a Giuliano Pisapia, ma non è escluso che possa dirottare i consensi su Gabriele Albertini se l’ex sindaco deciderà di correre, il candidato eletto dalle primarie in questa fase delicata tenta di stare al centro. E in un’intervista a La Stampa dichiara che «le posizioni eticamente sensibili resteranno fuori dall’agenda comunale». Apriti cielo. «Così non va, è davvero molto grave che nel suo primo giorno da candidato sindaco faccia queste affermazioni - tuonano Ivan Scalfarotto, vicepresidente nazionale del Pd, e Aurelio Mancuso, esponente del Pd milanese e presidente di Equality Italia, la prima lobby sui diritti civili -. Se Pisapia si riferiva ai diritti della comunità gay milanese, o al fine vita, o anche alla sostanziale impossibilità per le donne a Milano di ricorrere alla legge 194, vogliamo ricordargli che qui non si tratta di etica o di coscienza ma dei diritti delle persone». E affondano: «Con un candidato sindaco del centrosinistra che si smarca dal tema dei diritti, Milano purtroppo sembra rinunciare dal giorno uno della campagna elettorale all’aspirazione di diventare una capitale europea». Pisapia ribatte: «Non ho mai pensato di tenere fuori dalla porta le questioni eticamente sensibili che assumono per me una grande rilevanza politica e civile». E assicura: «Ho più volte ripetuto in diverse occasioni pubbliche nel corso della campagna delle primarie che tra i miei primi atti da sindaco ci sarà tra l’altro l’istituzione del registro delle unioni civili e delle coppie di fatto.

Ho convinzioni e opinioni che esprimo e continuerò ad esprimere anche da sindaco se i milanesi mi eleggeranno. Laicità è per me anche questo: saper distinguere gli ambiti, la competenza, la capacità di lavorare su quanto unisce o può unire». Si attende la contro-replica dei cattolici del Pd.

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