Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica
Ecco la seconda parte della «lista segreta» di Diego Anemone, arrestato nell’inchiesta sugli appalti del G8. L’elenco contiene tutti gli «interventi» effettuati dall’imprenditore nell’arco del quinquennio 2003/2008 in appartamenti, uffici, strutture statali, palazzi di pertinenza di persone più o meno importanti, politici, magistrati, esponenti delle forze dell’ordine, prelati, boiardi di Stato, amici degli amici. Nel file sequestrato ad Anemone nel 2008 dalla Guardia di finanza a margine di un accertamento fiscale le indicazioni sono generiche, spesso minimali, dunque da prendere con la massima cautela. Fra le new entry spunta Giancarlo «Innocenzi, via della Conciliazione», due passi da San Pietro, il membro dell’Agcom intercettato al telefono col premier Silvio Berlusconi nell’inchiesta di Trani. E poi l’ex sottosegretario Publio Fiori, oggi esponente dell’Api di Francesco Rutelli, con la sua vecchia abitazione in via Ruffini a Roma. Al capitolo 2003 del dossier Anemone, catalogata al 67º posto, sotto la voce «Viale Giulio Cesare 6-ciao ragazzi» si fa riferimento a una società che produce film che è ricollegabile a Claudia Mori e Adriano Celentano. La nipote della Mori, però, a nome della società nega con decisione di aver mai svolto lavori di ristrutturazione negli anni in cui aveva affittato gli uffici dalla «Multilevel», di cui è proprietario Riccardo Di Bella, che a sua volta nega di essersi mai rivolto ad Anemone. Molti stabili evidenziati appartengono a Propaganda Fide, compreso quello in Vicolo della Campana alla voce «professor Thau», cugino del Provveditore alle opere pubbliche, Angelo Balducci, già consigliere con la lista civica di Rutelli nel ’97. Capitolo a parte quello dei vertici della polizia. Antonio Manganelli, attuale capo della polizia, non si può dire che abbia beneficiato dei lavori di Anemone (che da anni lavorava al Viminale con regolare nulla osta segretezza) nell’appartamento di un ente in via Civinini perché gli stessi interventi di ristrutturazione - saldati in parte dall’Enasarco - si sono arenati a metà strada per varie vicissitudini. Quanto a Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, oggi al vertice del Dis dei servizi segreti, i lavori di ristrutturazione per 42mila euro nell’immobile di via Civinini sono stati regolarmente concordati con contratto d’appalto, fatturati e pagati con cinque assegni (quattro da 9mila euro, 1 da 6mila).
In coda all’elenco c’è spazio per Nicola Cavaliere, ex vicecapo della polizia, ora numero due dell’Aisi (ex Sisde): l’accostamento «Cavaliere Piazza Grazioli» si rifà all’alloggio di servizio, stessa sistemazione lavorativa di cui beneficerebbe anche il vice capo della Ps, «Cirillo».