«Forse nessuno sa che il commissario Salvo Montalbano in verità si sarebbe dovuto chiamare Cecè Collura. Andrea Camilleri, per omaggiare il suo amico autore di «Pepe Carvalho» Vasquez Montalban, decise di cambiare nome al suo commissario chiamandolo Montalbano. Collura però tornerà alla ribalta nei brevi racconti da «Le inchieste del commissario Collura, da cui è tratta questa breve opera». Così Rocco Mortelliti presenta «Che fine ha fatto la piccola Irene?» di Marco Betta, in scena al Carlo Felice in prima nazionale venerdì 18 (ore 20.30) e di cui ha curato libretto e regia. «Camilleri ha scritto questi racconti per il semplice svago sotto lombrellone dei lettori de La Stampa; e il risultato è stato assai brillante. Così abbiamo deciso di riproporlo in veste lirica, dedicandolo al tenore siciliano Vincenzo La Scola, scomparso prematuramente lanno scorso». Nei panni del protagonista, Danilo Formaggia (Manuel Pierattelli secondo cast), affiancato dai giovani dellOpera Studio. In coppia con questa prima nazionale, la ormai celebre «Cavalleria Rusticana», melodramma in un atto di Pietro Mascagni tratto dalla novella di Giovanni Verga, con la regia, attesissima, proprio di Camilleri.
Unopera fortemente drammatica, sanguigna, fatta di tradimenti, omicidi donore e disperazione; con una partitura serrata, che non concede pause allo spettatore fino al tragico e «spietato» urlo finale. E che non a caso è considerata il prototipo dellopera verista. «Per me questopera è una tragedia greca - ha dichiarato lo scrittore siciliano in unintervista - lho svuotata di quei ridicoli orpelli folcloristici e lho ridotta alla sua scarna essenzialità, ambientandola in un paesaggio di montagna in cui lunica ricchezza è costituita dalla natura e in cui tutto il resto è povertà e indigenza».
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