Dall’Arco della Pace al metrò, due secoli di «trasformazione urbana» della città

Il volume, edito da Marsilio, ripercorre i cambiamenti di Milano e dell’hinterland

Luciana Baldrighi

Ci ha pensato Corinna Morandi a scrivere il libro-guida «Milano. La grande trasformazione urbana» edito da Marsilio per la collana «Città» a cura di Lorenzo Spagnoli (pagine 99, 9 Euro) che fa parte della serie di testi di architettura e urbanistica, una sezione della casa editrice fondata da Bruno Zevi dieci anni fa. In origine si chiamava «Testi e immagini» e veniva stampata a Torino; ora arrivata al 163° numero da due anni è passata alla Marsilio di Venezia di cui è responsabile Susanna Biadine.
A presentare il maneggevole volume nel Salone d’onore del tempio di Muzio di via Alemagna 6, la stessa Morandi, Borella, Portas, Oliva e Irace, il tutto nell’ambito dei festeggiamenti della mostra di Jean Michel Basquiat e quella di Franco Albini.
Il libro pensato come una guida segue le vicende urbanistiche che hanno guidato costruzione, ricostruzione e trasformazione di Milano e del suo hinterland dai primi anni del XIX secolo fino alla metà del primo decennio del XXI, cercando di spiegare le ragioni di una diversa natura (culturali, economiche e sociali) che ne sono state alla base. Non a caso il libro si rivolge a un pubblico eterogeneo che va dagli studiosi agli appassionati di architettura, affrontando anche il tema dell’urbanistica che va di pari passo con quello della progettazione.
Il testo è suddiviso in otto capitoli, in ordine cronologico che vanno dalle tracce nella storia della Milano contemporanea, al progetto della città illuminista, ai grandi lavori per la creazione del centro storico, alla storia dell’urbanistica e delle reti del disegno urbano fino alla ricostruzione e agli anni del boom economico, senza trascurare la nuova dimensione metropolitana e la città postindustriale.
Gli ampliamenti di Milano tra Ottocento e Novecento con il Piano Beruto che si trovò a studiare persino lo schema di Milano eseguito da Leonardo da Vinci nel 1497 e la ferma volontà di Beltrami di creare grandi assi che dal Duomo portassero al Castello per creare una città moderna ci fanno capire quanto la storia di Milano di «cerchia in cerchia» sia stata importante anche per il sistema dei corsi d’acqua nonché di quello stradale. Da Cagnola e Piermarini fino al piano regolatore della Commissione d’ornato o piano dei Rettifili presentato ancora prima ai tempi di Napoleone che portò alla nascita di Foro Buonaparte, possiamo riscoprire le meraviglie di Portaluppi, Pestagalli, Broggi, per arrivare alla tipologia industriale dell’Ansaldo, Nestlè, Riva Calzoni, Magneti Marelli, Falck e Pirelli.


L’itinerario inizia dall’Arco della Pace del Cagnola, alla Galleria del Mengoni fino ai grattacieli di Macchi, BBPR, Borgano, Ponti e Nervi, per passare alla Mondadori di Niemeyer, la Linea 1 e 2 della MM di Franco Albini, la prima in Italia e poi il Portello di Bellini, la sede del Sole-24 ore di Renzo Piano sono solo alcuni dei riferimenti edilizi di questa quida dall’esito certo.

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