Dall’aria ad acquabomber: tutti i casi studiati da Arpal

Non solo l’alga. Per i 416 tecnici, biologi, ingegneri, chimici e fisici che lavorano all’Arpal, agenzia regionale per l’ambiente la ricerca sull’Ostreopsis è un’attività che si aggiunge a quelle di monitoraggio costante dell’ambiente e degli alimenti. «Da acquabomber alle onde elettromagnetiche: da noi passa tutto quanto è legato al benessere e alla salute» spiega il direttore generale Bruno Soracco, che pur lavorando da giorni in particolare sul fronte alga tossica, non dimentica le molteplici attività dell’agenzia che si sono moltiplicate negli anni.
Oggi, oltre alle attività storiche svolte nelle quattro sedi provinciali dell’Arpal come l’attività di controllo e vigilanza sull’ambiente e quella di prevenzione, gli esperti svolgono quelle di previsione meteoidrogeologica, di gestione delle emergenze ambientali e sanitarie (vedi contaminazione di ambienti o alimenti), il monitoraggio di aria e acqua, la verifica di sicurezza degli ambienti di lavoro, di ascensori e impianti elettrici e anche attività di formazione ed educazione ambientale.
«Proprio grazie alle nostre ricerche e ai controlli è stato possibile limitare i malori - spiega Soracco -. Infatti quando abbiamo notato la presenza della fioritura dell’alga e la sua possibile tossicità abbiamo avvisato il Comune di Genova, nostro ente di riferimento e così il sindaco ha potuto emettere l’ordinanza di divieto di balneazione. Così invece dei numerosi malori dello scorso anno ce ne sono stati soltanto alcuni».

L’Arpal, a seguito dell’esperienza dell’estate 2005 quando oltre duecento persone in 48 ore erano finite all’ospedale con sintomi da intossicazione, nel passato mese di dicembre ha organizzato un convegno internazionale sul tema Ostreopsis, richiamando a Genova i massimi epserti mondiali. «C’è molto da fare - spiega Soracco -, ma adesso noi siamo in grado di fare da guida anche ad altre Arpa italiane, proprio grazie alla nostra esperienza».

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