Cronaca locale

«Dall’energia naturale alla velocità ripercorriamo lo “spirito” del maestro»

«Negli ultimi vent’anni si sono effettuati importanti studi su Giacomo Balla fino a farlo diventare il principale protagonista del Futurismo italiano, specie sul piano della pittura superiore persino a Boccioni la cui arte si arrivò a utilizzarla per studiare persino carrozzine per bambini. Giocando sempre il tutto sulla teoria del dinamismo e della velocità. Questo è stato il motivo principale per il quale ho curato la mostra a Palazzo Reale. E poi erano quarant’anni non era più stata fatta nessuna rassegna monografica completa sull’autore», spiega Paolo Baldacci, il curatore della grande mostra di Palazzo Reale. «Balla ha influenzato le altre ricerche moderniste e dopo il 1915-16 divenne il precursore del Surrealismo, dati emersi proprio nei recenti anni di accurati studi, perché ci troviamo di fronte al problema dell’energia naturale e allo spiritualismo».
Materiali che il visitatore può trovare in tutte le cinque sezioni che compongono la rassegna milanese... «Del primo periodo - prosegue Baldacci -, quello fino agli anni Dieci e Venti, troviamo tutto ciò che comporta l’energia naturale. “Primaverilis” del 1918 e “Forme del paesaggio estivo” dell’anno precedente, ne sono due esempi straordinari, così come del periodo della velocità è doveroso ricordare “Luce più velocità” e “Espansione per la velocità” del 1913».
Se i curatori non hanno voluto limitare il Futurismo alla prima fase storica che si concluse con la guerra, estendendola agli anni Venti è stato perché Balla diventò da allora il punto di riferimento della ricerca artistica italiana.
Baldacci ha definito la mostra «equilibrata e completa», Giovanni Lista, l’altro curatore, ne sottolinea i livelli formali toccando le corde della sensazione del sentimento espressa da Balla attraverso linee, colori e forma. «Quando Vittorio Sgarbi mi ha parlato di mettermi al lavoro dopo avere visto una piccola esposizione, abbiamo pensato di fermarci prima della fine degli anni Venti perché già dal 1929 tutta l’arte italiana si esaurisce. Opere dedicate alla “Velocità d’automobile” ci sono arrivate da New York e da Amsterdam.

Il lato affascinante di Balla è che è andato oltre la realtà attraverso linee astratte, angoli, punte, fino all’energia transitiva, i vortici d’aria, concentrazione d’energia eterna che ruota su se stessa per toccare i volumi astratti nella sua sintesi barocca e la spiritualità, per ritornare a forme tonde, materne, passando per la fase degli “sbandieramenti”».

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