«Dall’Italia non si passa» La Spagna ora teme l’invasione dei clandestini

Blitz del ministro Ronchi a Madrid: «Non saremo più la porta girevole dell’Europa». E nove spagnoli su 10 d’accordo con la politica di Roma

«Dall’Italia non si passa» La Spagna ora teme l’invasione dei clandestini

nostro inviato a Madrid

L'accoglienza della stampa spagnola ieri mattina non è stata all'insegna della pace, più in linea con l'antiberlusconismo della vicepremier María Teresa Fernández de la Vega che al sorriso amichevole della «colomba» del governo Zapatero, Diego López Garrido: «Berlusconi vuole trasformare tutti i clandestini in delinquenti», titolava in prima pagina El Pais. Il sobrio El Mundo scriveva di un Berlusconi «sceriffo» e di un pacchetto sicurezza «manu militari». Ma al ministro per le Politiche Comunitarie Andrea Ronchi arrivato a Madrid per presentare il pacchetto sicurezza appena varato, l'omologo Garrido ha ammesso: la Spagna «è preoccupata per l'introduzione del reato di clandestinità in Italia» perché «potrebbe avere un impatto negativo sui Paesi vicini». Nelle parole del segretario spagnolo agli Affari europei spariscono le accuse di razzismo e xenofobia ventilate nei giorni scorsi da altri ministri. La perplessità è di natura tecnica: «Il timore è che la misura italiana sposti i flussi migratori in maniera sproporzionata verso la Spagna e altri paesi». Madrid ha grande «rispetto per il governo italiano», ma novità del genere «dovrebbero essere discusse» all'interno dell'Unione Europea.
Da alcuni ministri del governo Zapatero erano arrivate nei giorni scorsi critiche più dure che dall'opposizione interna italiana ai limiti dell’interferenza. Ma la prima visita diplomatica dell'esecutivo Berlusconi, il viaggio lampo di Ronchi dopo l'incidente diplomatico, ha alzato il velo sul problema spagnolo: «La Spagna - scriveva ieri una lettrice di El Pais on line - non tarderà molto ad adottare misure simili a quelle italiane». E un sondaggio di El Mundo ha rivelato che quasi nove spagnoli su dieci sarebbe favorevole al pacchetto italiano. Perché prima della svolta italiana, già Francia e Germania hanno introdotto il reato d'immigrazione clandestina e Madrid si trova ora in una difficile posizione di isolamento, nonostante una politica di forte rigore che ha portato lo scorso anno a ben 370mila espulsioni di sin papeles. «Noi vogliamo colpire l'illegalità, non l'immigrato - ha chiarito Ronchi - Nessuno di noi mette in discussione Schengen, ma l'Europa deve capire che l'immigrazione non è la stessa di vent'anni fa».
E l'Europa lo sta capendo: ieri i 27 Paesi membri hanno trovato l'accordo per estendere fino a 12 mesi, 18 in casi eccezionali, la permanenza nei clandestini nei cpt, i centri di permanenza temporanea. La norma è pressoché identica a quella del pacchetto italiano sui cpt. Anche i delegati spagnoli, tra l'altro, hanno dato ieri parere favorevole. L'Italia ha quindi intenzione di «anticipare l'Europa», rispettando gli altri Paesi ed esigendo lo stesso rispetto, ha spiegato ancora Ronchi in Spagna: «Io non ho protestato quando qui hanno alzato i muri elettrici. L'Italia ha un'emergenza», che è la sicurezza e «a un'emergenza si fa fronte con atti straordinari. Per combattere il razzismo bisogna evitare che succedano fatti che suscitano episodi di barbarie come l'assalto ai campi nomadi». Ma l'Italia non può più essere «la porta girevole dell'Europa». E anche a livello europeo bisogna liberarsi «dei pregiudizi ideologici della sinistra» in materia di sicurezza e non aver paura di essere «politicamente scorretti, perchè ad essere politicamente corretti spesso non si faccia il bene dei cittadini».

Nessuna trattativa con la Spagna è possibile, né lo sarà mai, sulle decisioni italiane. La collaborazione è strettissima sulle operazioni di pattugliamento Frontex, ma il pacchetto sicurezza, con il reato di immigrazione clandestina «verrà approvato dal parlamento italiano entro il 31 luglio».

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