
S'intitola «Forse un drago nascerà» la mostra di Andrea Antonello, classe 1993, alla Biblioteca Braidense. I suoi venti quadri rimarranno esposti sui cavalletti e dentro le teche fino a oggi, 17 maggio. L'animale con la bocca infuocata è il «drago interiore», come spiegano dall'associazione «L'Abilità» che ha voluto il titolo e il progetto, insieme a «I Bambini delle Fate», nata all'indomani della decisione dell'imprenditore Franco Antonello di occuparsi del figlio e di tutti i ragazzi che, in modo unico, presentano un disturbo dello spettro autistico. Il «drago interiore» diventa forme, colori, linee, segni nel caso di Andrea Antonello, che spesso si firma A.A. e che, come spiega il padre, manifesta il suo autismo nella comunicazione verbale. Ma non nella comunicazione artistica.
Le sue opere astratte, nelle quali predomina la forza del colore, sono arrivate ad esprimere un significato che va ben oltre l'arteterapia, con la quale Andrea ha iniziato. Angelo Crespi, direttore generale della Grande Brera, si spende anche in qualità di critico d'arte: «Vedere i quadri esposti, che sono quadri astratti, aiuta a capire che cos'è l'astrattismo, corrente del Novecento che resiste ancora oggi». I grandi teorici dell'astrattismo, insieme agli autori, sono convinti che anche senza l'aspetto figurativo l'arte, come la musica, possa mediare i sentimenti. Non si tratta però, nel caso di Andrea Antonello, solo di esprimere se stesso: «Riesce a mediare anche qualcosa degli altri. Si può vedere non solo ciò che ha dentro Andrea ma anche quel che avete dentro voi». Un talento nato nonostante tutto, o forse proprio grazie a quel tutto che è inesprimibile a parole. Scrive: «Ragazzo autistico son io/ voglio vita piena di luoghi pensieri per altri indifesi amici/ Tantissimo ho da dare/ Dico sono tanto diverso con figura fuori uguale agli altri dentro giostra di colori ho».
La giostra di colori si riverbera nella tele, che hanno quasi tutte una sorta di «didascalia emotiva». Azzurro celeste è il colore della comunicazione, bianco simboleggia il padre, la capacità di affermarsi e agire, blu di Prussia è il simbolo di apprendimento. Indicazioni che possono aiutare a comprendere i quadri ma anche qualcosa che si muove e attrae verso di essi.
L'esperienza artistica di Andrea Antonello è nata sotto il segno de «L'urlo» di Edvard Munch. Guardando il quadro del grande pittore norvegese, nel 2009, avverte la spinta a dipingere qualcosa di altro da sé. Dopo Munch, sperimenta copie di Van Gogh, Monet, fino a definire «uno stile astratto tutto suo», o «le parole che non so dire», che è ciò che si può gustare a Brera.
Il progetto porta a compimento l'intento di inclusività del museo e contemporaneamente ne è il
principio. Sessanta ragazzi con disabilità potranno avvalersi delle attività organizzate all'interno del museo dal prossimo ottobre fino a giugno 2026. Non tutti esporranno, ma non è escluso che forse un altro drago nascerà.
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