Paola Pigni correva nella nebbia per le strade di Milano. A cavallo degli anni 60-70. Veniva guardata con tanto docchi. Oggi lo ricorda con la verve di una indomabile. «Allora quelli come noi, che si allenavano per strada, erano presi per matti. Le donne di più. Partivamo da viale Romagna, ci infilavamo verso il Giuriati, poi dentro la nebbia lungo viale Forlanini fino all aeroporto. Avanti e indietro. E quando risbucavamo in città un mio compagno di corsa ripeteva sempre la stessa gag: tornando verso il centro, domandava a qualche signora: scusi vado bene per Bergamo?». Paolo Pigni è una delle donne della nostra Hall of fame dello sport rosa, unidea che un giorno forse verrà realizzata.
Oggi Milano ci sta provando con una mostra multimediale. Un compleanno da onorare, che poi è quello dei 150 anni dellUnita dItalia, e la voglia di renderne la città più partecipe. Come? Si sono domandati gli organizzatori: il Comune e La Gazzetta dello sport, la Fondazione Cannavò, il Coni, gli sponsor e il gruppo di lavoro guidato dal giornalista Elio Trifari. La risposta si chiama «Donna è sport» ed è lomaggio allaltra faccia del nostro sport, per certi versi la migliore, quella che si è dovuta sudare tutto e di tutto dalletà della ginnastica a quella dei supercostumi. «Sport senza scorciatoie», ha riassunto Diana Bracco, appunto uno degli sponsor. Donne esteticamente talvolta attraenti, ma questo è discorso troppo maschilista. Sportivamente affascinanti e qui conta solo la bravura. Una mostra che va dal 1861 al 2011, dalle pioniere alle stelle moderne, che sanno essere anche star.
Sedici nomi prescelti per una ideale Hall of fame, giovani e vecchie ragazze che rappresentano successi ed evoluzione dei tempi. Per dire: se Sara Simeoni è stata una regina sportiva assoluta, Fiona May ha sdoganato il rapporto con gli atleti di colore. Se lostacolista Ondina Valla è stata pioniera, primo oro olimpico femminile, Federica Pellegrini la donna doro che ha fatto luccicare tanti occhi. Se la fiorettista Valentina Vezzali è la tigre per eccellenza, donna record con tre ori olimpici individuali consecutivi, Stefania Belmondo è stato uno scricciolo invalicabile, regina delle nevi con il record assoluto di medaglie olimpiche nel fondo.
Il museo del Risorgimento da oggi al 25 settembre (ingresso gratis) ci riaccompagnerà attraverso imprese e belle facce, storie e medaglie: 70 pannelli in esposizione, racconto dei 33 sport in cui le donne nostre hanno vinto. La mostra è stata presentata ieri e le atlete hanno fatto bella mostra. Sentirle parlare era un piacere, al confronto certi maschi arrancano: da Francesca Piccinini, immagine della bellezza e della pallavolo, a Lea Pericoli che ne rappresentava la femminilità, da Elisa Santoni, una delle ginnaste campioni del mondo nella ritmica, spesso dimenticate, a Martina Miceli, il ringhio della pallanuoto.
Giovanna Trillini, altra regina del fioretto, ha riassunto lidea di tutte: «Il segreto è divertirsi». Josefa Idem lorgoglio al femminile. «Nello sport non abbiamo bisogno di quote rosa, ce le siamo già conquistate». Lo dicono le statistiche e le vittorie.