Dalle vignette alle statuine, ecco i vip di «Gagge»

Dalle vignette alle statuine, ecco i vip di «Gagge»

Le sopracciglia un po’ corrucciate di Claudio Burlando, le gote arrossate di Alessandro Repetto, lo sguardo dilatato di Massimiliano Costa e la barbetta di Giorgio Guerello. C’è tutta la Genova che conta nei personaggi in miniatura di Andrea Gaggero, o meglio «Gagge», pittore, scultore, vignettista ed eclettico artista genovese che nel corso degli ultimi mesi si è dedicato a tempo pieno a un tipo di caricatura molto curata nei dettagli e soprattutto tridimensionale. Personaggi divertenti che starebbero bene in un «presepe laico» e che raccontano la Genova della politica, dello sport, della Chiesa attraverso le caratteristiche fisiche e - perché no - caratteriali dei protagonisti, «somatizzate» attraverso le abili mani di Gagge.
D’altra parte l’artista genovese di 54 anni, già vignettista de il Giornale nelle pagine liguri, è un grande interprete dei vizi e delle virtù della nostra città. Che diventano la materia privilegiata di una riflessione divertente e scanzonata. Insomma, se la prende solo chi non fa parte di questo variegato panorama umano impastato, dipinto e lucidato nei dettagli. Ci sono don Gianni Baget Bozzo con le grandi guance e don Andrea Gallo che sembra sibilare attraverso il sigaro, accanto all’arcivescovo Angelo Bagnasco dai lineamenti ancora più sottili e la pelle trasparente. Gli uomini la fanno da padroni: le signore che interessano Gagge sono soltanto la sindaco Marta Vincenzi e l’affilata parlamentare diessina Roberta Pinotti. Occhio di riguardo ai presidenti di Genoa e Samp (mirabili il sorriso di Preziosi e la fronte marcatamente stempiata di Riccardo Garrone) e all’ex di sempre Aldo Spinelli. L’opposizione è rappresentata dalla mascella possente di Enrico Musso e da un Sandro Biasotti con la fronte insolitamente spaziosa. Ma ci sono anche un Mino Ronzitti, presidente del consiglio regionale, che sembra uscito da una fotografia, e un Gianni Plinio con il doppiopetto d’ordinanza a capeggiare l’opposizione. E, ancora, Alfredo Biondi, Gianfranco Gadolla, il leghista Francesco Bruzzone e tanti altri.
Dietro ogni personaggio si nasconde un lavoro di ricerca accurato e sensibile: Gaggero non conosce personalmente i personaggi che riproduce, ma ne coglie le caratteristiche attraverso lo studio di filmati e fotografie. Ma soprattutto grazie all’arte che ha nelle mani. Il suo modo unico di trasfigurare la realtà non si ferma al lavoro delle caricature, ma spazia attraverso la pittura espressionista che mette l’uomo al primo posto. Pittore di operai e braccianti, di viaggiatori stremati e donne piegate dalla fatica, la figura umana nell’opera dell’artista genovese è solo un pretesto per raccontare l’umanità dolente, sia essa in un accalcata in un vagone ferroviario di notte, oppure stipata in una bar di periferia. Altro filone fortunato è quello della pittura animalista che ha portato l’artista a diverse mostre personali tra Pavia e Roma oltre alla partecipazione all’«International Nature Film Festival Stambecco d’oro» in val D’Aosta per il quale ha curato i manifesti con la serie «Gli animali del sogno». Nel giugno dello scorso anno ha partecipato alla quarta edizione della mostra collettiva d’arte contemporanea «Omeoart» presso la galleria Montenapoleone a Milano.


«Adesso vorrei lavorare un po’ anche nella mia città - spiega l’artista - e mi piacerebbe esporre le mie caricature in qualche location ufficiale, in un palazzo istituzionale o in un teatro...». Dove la Genova che conta può guardarsi allo specchio strizzandosi l’occhio.

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