Dall'emigrazione all'islam: scatti d'arte come documenti

Riapre lo Spazio Forma con i clic contemporanei «Il racconto onesto» spiega passato e futuro dell'uomo

Dall'emigrazione all'islam: scatti d'arte come documenti

La Fondazione Forma ha di nuovo il suo spazio. Lo ha trovato nel cuore di Milano, in un antico palazzo la cui corte è stata da poco restaurata e che si affaccia sulla Galleria Meravigli. In quella che è stata definita una «project room», un luogo progettuale per mostre ed eventi con vetrine su strada, nasce Forma Meravigli. «La fotografia non ha mai goduto di tanta popolarità come in questi anni in cui siamo tutti fotografi grazie a smartphone e Instagram - commenta Roberto Koch, presidente della Fondazione Forma - ma proprio per questo c'è bisogno di riflettere su che cosa sia davvero oggi la fotografia».

In una città che ha dedicato il Palazzo della Ragione all'arte dell'obbiettivo e nella quale le stesse gallerie - lo ha dimostrato anche la recente edizione di MiArt - puntano molto sulla fotografia, Forma Meravigli vuole accreditarsi come centro sperimentale e di riflessione: uno spazio in cui sostare, guardare una mostra, leggere un libro, partecipare a un workshop. È merito della Camera di Commercio - proprietaria dello stabile e fautrice del restauro - se Forma ha di nuovo una casa: nata nel 2005 per avvicinare il grande pubblico alla conoscenza della tecnica fotografica con mostre e convegni, la fondazione da un anno aveva dovuto disdire, non senza qualche polemica, il contratto d'affitto nella storica sede di piazza Tito Lucrezio Caro. Ora che la sua attività espositiva riprende, lo fa con una mostra non banale: «Il racconto onesto» (fino al 7 giugno, catalogo Contrasto, ingresso: 7 euro, www.formafoto.it) presenta, per la curatela di Matteo Balduzzi, Alessandro Leogrande e Alessandra Mauro, un'esposizione che gioca sulla contaminazione tra letteratura e fotografia.

Nasce dall'omonimo libro del critico letterario Goffredo Fofi che ha invitato diversi scrittori italiani a «interrogarsi su dove veniamo per capire chi siamo», in altre parole di esplorare il passato per comprendere il presente. All'appello hanno risposto Walter Siti, Antonio Scurati, Silvia Ballestra, Wu Ming, Antonio Pascale, Nicola Lagioia e molti altri. I loro pensieri, scritti su pannelli bianchi, sono il contrappunto alla narrazione fotografica di cinque validi reporter. In via Meravigli si espone l'intelligente lavoro documentaristico di Tommaso Ausili, che ha indagato i danni dell'amianto a Casale Monferrato, e l'intenso reportage «Hidden Islam» firmato dall'altoatesino Nicolò Degiorgis, che ha immortalato i centri di preghiera islamici (e abusivi) del Nord Est.

Drammaticamente attuale anche il lavoro di Giulio Piscitelli sui profughi africani mentre Alessandro Toscano immortala il paesaggio sardo ed Emiliano Mancuso gli interni di una casa-famiglia per ragazzi disagiati di Roma.

Diversi gli incontri con gli autori programmati durante la durata della mostra (il primo sarà il 7 maggio con Fofi in dialogo con Siti e Scurati) e workshop fotografici per appassionati. Nel periodo estivo Forma Meravigli ospiterà il laboratorio del collettivo fotografico «Exposed» mentre in autunno ci sarà un omaggio al Pier Paolo Pasolini documentarista e una mostra dedicata a Vivian Maier.

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