Con un po' di immaginazione lo si potrà vedere alto in cielo, esattamente sopra la città: un bel lampadario a palla, tutto specchi, di quelli immancabili in discoteche come la storica Odyssey 2001, il tempio dance dove Tony Manero, alias John Travolta, andava a misurarsi la febbre del sabato sera. Milano, questa la buona notizia, si concede una pausa nel proprio doveroso destino di metropoli lanciata nel futuro, innesta la retromarcia sulla macchina del tempo e si regala un tuffo nella nostalgia. Si torna agli anni Settanta, e lo spasso, anzi forse anche la sottile rivincita, consisterà esattamente in questo: di quel decennio («il decennio lungo del secolo breve», come recita la mostra Annisettanta alla Triennale) i milanesi potranno pescare solo il meglio. Sì perché di quell'epoca, diciamola tutta, a Milano si preferirebbe dimenticare i sabati pomeriggio chiusi in casa per paura dei cortei, le Brigate rosse, il barboso «impegno» a tutti i costi e quella cosmica panzana che «il privato è politico». Dunque, con buona pace di Mario Capanna, di quegli «anni formidabili» si riassaporerà ciò che di formidabile vi era davvero. «Movida Anni 70» - questo il titolo della lunga festa voluta e organizzata dal Comune di Milano - è stata presentata ieri all'Urban Center in Galleria, nel cuore della città che, nei giorni 27 e 28 ottobre, concederà ogni angolo, via, piazza, palcoscenico, vetrina alla stagione della disco music, del rock punk e progressivo, dei jeans a zampa d'elefante, delle radio libere e dei cantautori, del cabaret stile Derby e dei telefilm come «Happy Days» e «Attenti a quei due», delle pubblicità «Carosello» e dei cartoni animati giapponesi. Una lunga «notte bianca» che serve, spiega l'assessore allo Sport e Tempo Libero Giovanni Terzi, «a far uscire i milanesi, perché sono loro, gli uomini e le donne, le uniche cose rimaste di quegli anni. Si festeggerà un'epoca, a Milano, ricca di grandi editori, artisti, penso a Strehler e Grassi, musicisti come Gaber, disposti a spendersi in prima persona per dire cose scomode e salutari». Accanto a Terzi, due «memorie storiche» dei seventies, il critico musicale Mario Luzzato Fegiz e il conduttore Red Ronnie, entrambi disposti a ricordare quegli anni come «bellissimi e bruttissimi a un tempo».
«I Settanta sono oggi decisamente attuali - spiega Red Ronnie -. In discoteca vanno i classici come i Village People, negli stadi tornano a suonare i Police. A quei tempi il rock offriva le lunghe suite progressive dei Pink Floyd e il sound scarno del punk dei Sex Pistols, cera tutto e il suo contrario». L'amarcord di Fegiz è altrettanto efficace: «Giunsi a Milano il 12 maggio 1971, i concerti erano luoghi di tensione sociale, gli ottimisti anni '60 avevano ceduto il passo alla recessione e a una stagione dove andava in scena un '68 a settimana. Eppure, accanto alla morte di Pasolini e Moro, vi erano anche cose leggere e meravigliose, come Donna Summer, e quell'arma impropria che era il suo sedere».
La città dunque si prepara al grande tuffo nostalgico. La porta d'ingresso agli anni Settanta sarà simbolicamente collocata in piazza San Babila, dove uno schermo proporrà un ciclo continuo di immagini significative del decennio, una videosintesi sonora e visiva che parte dallo sbarco sulla Luna (1969) all'elezione di Ronald Reagan alla Casa Bianca (1980). In realtà, una vigilia è prevista per venerdì 26, con l'inaugurazione della mostra in Triennale, un percorso attraverso installazioni dedicate a parole-chiave e figure emblematiche del decennio. Alle ore 21 di sabato, piazza del Duomo si aprirà al concerto-evento, presentato da Red Ronnie, delle due storiche band Kool & The Gang e Sister Sledge, icone della disco music e del funk nero anni '70. Prima e dopo il live sotto la Madonnina, il revival annni 70 regalerà momenti curiosi e divertenti, e vere e proprie chicche per i cultori del decennio. I milanesi meno timidi ad esempio, potranno sottoporsi al Look seventies night fever in Galleria del Corso, affidandosi alle cure di parrucchieri e truccatori per trasformarsi in icone anni Settanta e sfilare in passerella.
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