Dallo strip una lezione ai sindacati

«Dilegua, o notte. Tramontate, stelle. All’alba vincerò! Vincerò!». È su queste parole della Turandot di Puccini che sono caduti gli ultimi veli di nove delle undici centraliniste precarie licenziate dall’ospedale di Legnano. E come si fa a non augurare davvero un’alba vittoriosa a queste «ragazze» fra i 30 e i 50 anni, molte con figli, che sono state mandate a casa dopo sei anni di lavoro, e che, per protesta, hanno trovato il coraggio di spogliarsi (dietro un lenzuolo)?
Come i disoccupati inglesi di Peter Cattaneo, regista del celebre Full Monty, invece di bloccare una strada, invece di incatenarsi ai cancelli dell’ospedale, invece di iniziare uno sciopero della fame, queste signore - tutte con diploma di scuola superiore, una laureata - hanno scelto la via della fantasia, del fai da te. Una protesta che fa notizia, che fa clamore (molti giornalisti hanno assistito allo strip tease) senza recare danno a centinaia, migliaia di persone che con il loro licenziamento non c’entrano niente. Una piccola lezione per i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, la cui fantasia difficilmente va oltre lo sciopero. Sia ben chiaro nessuno, spero, si augura di assistere ad uno spogliarello di Bonanni, Epifani e Angeletti, né a strip tease collettivi di dipendenti di aziende in crisi. E lungi da noi l’idea di scherzare su situazioni spesso drammatiche.

Però un po’ di immaginazione non guasterebbe nelle austere stanze di Cgil, Cisl e Uil. Tornando alle nostre centraliniste di Legnano non possiamo che sperare che trovino al più presto un lavoro. Hanno coraggio e spirito di iniziativa, non è poco.

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