«A Danilo han già fatto il processo...»

Intercettazioni ambientali, filmati, parole in codice, siringhe, sostanze non ben definite. Tutto sembra chiaro e scontato. Carlo Santuccione che prepara una siringa, i carabinieri che assicurano «era eritropoietina». Di Luca che parla con Santuccione, il discusso medico, che dispensa consigli. La situazione non è facile, né per il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia né tantomeno per la Liquigas, tornata nel ciclismo proprio perché il nuovo corso del «Pro Tour» garantiva regole certe. «Siamo molto perplessi – dice Paolo Dal Lago, presidente della Liquigas Sport, nonché direttore generale della società -. Ma se dovessero emergere elementi probanti contro Danilo, non esiteremo a prendere qualsiasi tipo di provvedimento. Nel contratto di Di Luca c’è chiara una clausola che parla di rescissione immediata del contratto qualora venga rinviato a giudizio. Non esiteremo quindi ad applicare il Codice Etico». Ma Dal Lago non esita ad entrare anche nel merito: «Sulla questione della “pipì degli angeli” ne sapremo di più la prossima settimana. Sull’inchiesta “Oil for drug” vorrei invece dire due cose. La prima: il giudice di Pescara (procedimento penale), agli inizi del mese ha chiesto l’archiviazione. A Danilo l’accusa ha rimproverato che il tal giorno era da Santuccione quando invece era a correre la Tirreno-Adriatico.

Danilo conosce questo medico fin dall’infanzia, è un amico di famiglia. Se poi le sue frequentazioni saranno giudicate fraudolente ne prenderemo atto, ma ritengo che troppi abbiano già processato anticipatamente Danilo e questo non è giusto».

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