Dara, la sexy mamma del nuoto a 41 anni conquista la quinta Olimpiade

Nel 1992, dopo 3 Olimpiadi e quattro medaglie a cinque cerchi, aveva detto basta. A soli 25 anni, Dara Torres sognava una vita diversa: niente più chilometri e chilometri macinati ogni giorno nel silenzio e nella solitudine delle piscine, spazio a una nuova carriera, a metà tra modella e giornalista. Dara riuscì nel suo intento, divisa tra copertine patinate e foto sexy, per una manciata d’anni. Poi il richiamo dell’acqua iniziò a farsi sentire. Sette anni lontana dalle competizioni pesavano come un macigno sulle spalle di Dara che alle Olimpiadi di Sydney decise un primo ritorno. Un come back da 24 carati: la Torres nelle acque australiane vinse, a 33 anni, due medaglie d’oro (nelle due staffette 4x100) e tre medaglie di bronzo (50 stile, 100 stile e 100 farfalla).
Dopo l’abbuffata di podi, il secondo stop. Niente Giochi di Atene, questa volta per far spazio al desiderio di diventare mamma. Ma lontano dalla piscina non la tiene nemmeno la piccola Tessa, nata nel 2006: la Torres vuole sfidare il tempo e giocarsi tutto per arrivare a Pechino. Ingaggia un team di fisioterapisti, il preparatore dei Florida Panthers (squadra di football americano), tre coach, tra cui l'italiano Andrea Di Nino e si rituffa in piscina. Il primo agosto del 2007 vince il titolo statunitense nei 100 stile e si presenta sul podio con in braccio la piccola Tessa di soli 15 mesi. È il segnale che il sogno a cinque cerchi non è più tanto un sogno. Ieri la realtà: ai Trials di Omaha vince e si regala, a più di 41 anni, la sua quinta Olimpiade. «L’età è solo un numero - sorride lei -, sono capace di recuperare. Mangio bene, faccio vita sana, insomma è una combinazione di più fattori». E si fa promotrice anche di una campagna contro il doping, per controlli sempre più severi: «Ho chiesto se esistono dei test più completi - spiega la campionessa -. Sono stata controllata spesso, ma mai con prelievi del sangue. Io voglio essere un libro aperto». Nel frattempo sarà l’icona a stelle e strisce della prossima Olimpiade.
Un’icona che per un giorno ha oscurato la stella Michael Phelps, il solito cannibale delle piscine, che punta deciso al record di sette medaglie d’oro dell’eterno Mark Spitz.

Il gigante di Baltimora, impegnato in otto diverse specialità, ieri ha stupito nuovamente il mondo intero quando, dopo il crono mondiale dei 400 misti stabilito pochi giorni fa, ha fatto il bis anche sui 200 con il tempo di 1’54’’80, migliorando di 18 centesimi il suo precedente primato fatto segnare ai mondiali di Melbourne 2007. Le acque statunitensi si fanno sempre più calde.

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