Tutto tace. Tutto è fermo, come l’acqua della palude stagnante che ammorba con la sua vista e con il suo odore, l’intero quartiere della Darsena - che verrà pulito dai residenti e da Legambiente la prossima domenica - e con lei l’immagine di Milano. Stiamo parlando del parcheggio sotterraneo della Darsena. Ma sotto l’apparente immobilità qualcosa si muove: dopodomani in consiglio di zona 6 verrà presentata dalla maggioranza una mozione che chiede la trasformazione dei 700 posti a rotazione previsti dal parcheggio in altrettanti box. I residenti hanno, infatti, presentato un centinaio di firme per chiedere al Comune di modificare il progetto.
Il fronte dei residenti, però, è spaccato: da un lato c’è chi chiede a gran voce il parcheggio, dall’altro c’è chi da ben quattro anni, ha ingaggiato una «lotta dura» all’autosilo subacqueo. «Siamo contrari da sempre a questo parcheggio che è inutile - dichiara la portavoce del Comitato dei Navigli Gabriella Valassina - questi parcheggi sono troppi, rimarrebbero vuoti per la maggior parte della giornata. In corso Manusardi, a pochi passi, sono in costruzione 150 box privati, in piazza Arcole ce n’è un altro in costruzione e ancora in via Magolfa a breve saranno pronti dei box. Inutile dire che è la localizzazione del garage a essere un errore: così come è stato fatto per il Pincio a Roma, chiediamo che venga cancellato anche questo parcheggio, considerati i ritrovamenti archeologici».
La convenzione è stata firmata nel 2004 dall’ex sindaco Gabriele Albertini: il progetto prevedeva 700 posti a rotazione costruiti in project financing per un valore di 17 milioni di euro. Il primo agosto 2005 partono gli scavi archeologici che portano alla luce la Conca di Varenna, le mura spagnole e le mura dell’Ottocento. Il progetto deve essere modificato: per poter realizzare lo stesso numero di parcheggi bisogna costruire un piano in più. Il nuovo progetto, con tre piani sotterranei invece di due, non è ancora stato approvato, così in Comune non è ancora stato dato il via libera alla costruzione dei box.
«Intanto dovremmo firmare un aggiornamento della convenzione con il Comune - risponde Ezio Pellegrini, presidente di Progetto Darsena, l’impresa costruttrice - sono, infatti, cambiati tempi e costi. Costi che sono aumentati notevolmente: abbiamo tenuto aperto un cantiere per quattro anni, pagato gli scavi archeologici (370mila euro), abbiamo dovuto modificare il progetto. A questo si aggiunge l’impennata dei prezzi dei materiali».
Tre le possibiltà per Palazzo Marino: allungare la convenzione di concessione alla Progetto Darsena, concedere la costruzione dei box o restituire i soldi ai costruttori. Se il Comune decidesse di cancellare il progetto? Rischierebbe di pagare un penale che, secondo la convenzione stipulata con l’ex sindaco, ammonterebbe a circa 2 milioni di euro.
Il Comune si trova tra due fuochi: da un lato i costruttori che devono far rientrare i costi, dall’altra i residenti divisi tra favorevoli e contrari. «I nostri uffici - risponde Bruno Simini, assessore ai Lavori Pubblici - stanno cercando una soluzione per potere autorizzare la costruzione dei box, chiesti a gran voce dai residenti, senza dover rifare la gara d’appalto.
Insomma nella migliore delle ipotesi il cantiere potrebbe aprire nella primavera del 2009 e concludersi nel giro di due anni.
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