«Datemi un anno, dimostrerò quanto valgo»

RomaTogliamoci subito un dente. Chi è Barbara Matera, al di là del curriculum che conoscono ormai pure i sassi?
«Che dire? Sono una ragazza pugliese di 27 anni che ha deciso, all’età di 19, come moltissime mie coetanee, di andare via dal paese natale e dagli affetti più cari per andare a Roma e cercare un lavoro che le permettesse di frequentare l’università. Sono una ragazza comune, orgogliosa di aver avuto sempre la testa sulle spalle, di essere sempre stata coerente con i propri valori morali e familiari, e che si è sempre guadagnata tutto con il lavoro e con i sacrifici».
Come si vive per una settimana nell’occhio del ciclone, al centro di un caso che ha catalizzato l’attenzione di tutti?
«Ho continuato come sempre a lavorare e a studiare. Lei mi dice che sono il caso della settimana. Mi sembra ridicolo tanto interesse su Barbara Matera, soprattutto in un momento come questo, con il terremoto in Abruzzo, con la nuova influenza dal Messico, con le esondazioni dei fiumi nel Nord Italia. E mi sembra incredibile che si possano diffondere tante notizie lontane dal vero».
Ha resistito. Ma non le è mai passato di mente di mollare?
«Ho affrontato e vissuto questa attenzione mediatica con assoluta serenità. So quanto valgo, sono consapevole della mia preparazione e della mia passione per l’attività politica. Sono cosciente della strada difficile che ho intrapreso e delle responsabilità che dovrò, se eletta, affrontare. Mi si passi la presunzione, ma mi sento pronta e serena. Spero che gli elettori mi diano la possibilità di dimostrare la mia serietà e la mia capacità, a prescindere dalle tante “fandonie” circolate in questi giorni».
Intanto, avrà avuto l’appoggio della sua famiglia.
«Per quanto riguarda la mia famiglia, a cui sono molto legata, le posso dire che mi ha sostenuto come sempre, lasciandomi fare liberamente le mie scelte, consapevole e sicura del fatto che mi sarei sempre comportata come loro mi hanno insegnato a fare».
Tra le nuove candidate del Pdl alle Europee, lei è l’unica che proviene dal mondo della tv. Sente di avere una marcia in più o crede che le altre colleghe siano state in qualche modo danneggiate dalle continue polemiche?
«Non credo di avere una marcia in più. Quanto alla televisione, è inutile essere ipocriti: il nostro tempo è dominato dalla tv, e un volto noto è avvantaggiato nelle campagne elettorali, a patto che sia credibile e sappia infondere fiducia. La politica non è una fiction, me ne rendo ben conto, ma sono sicura che gli elettori sappiano scegliere».
Il caso veline, poi sgonfiatosi nei fatti, ha prodotto anche un duro affondo da parte di Veronica Lario, moglie del premier, che ha denunciato un «ciarpame senza pudore». Cosa ha provato leggendo questa dichiarazione?
«Tra moglie e marito, non mettere il dito. L’ha detto anche Franceschini e Berlusconi, non a caso, ha commentato che è l’unica cosa giusta che lui abbia detto da quando è segretario del Partito democratico».
Condivide il metodo adottato: e-mail all’Ansa?
«Ribadisco che non voglio intromettermi nelle vicende private di chicchessia. Lascio ad altri il gossip e le insinuazioni volgari».
Insomma, per milioni di persone lei è al momento solo «bellissima». Ma l’aspetto fisico non basta. E difficilmente Silvio Berlusconi rischia di fare una figuraccia. Cosa ha intuito, intravisto in lei, che gli italiani magari ancora non sanno?
«Mi consente un pizzico di presunzione? Ho pensato che il Popolo della libertà, con la mia candidatura e con la mia auspicata elezione a Bruxelles, non farà una brutta figura. In fondo, non sono solo io a dire che anche l’occhio vuole la sua parte... E nel mio caso, spero di unire esteriorità e contenuti».
Vi è stata una strumentalizzazione montata ad arte per danneggiarla, giudicandola senza conoscere le altre sue qualità?
«Sembra che le gazzette della sinistra non sappiano fare di meglio. Ma il successo del Popolo della libertà, il 6 e 7 giugno, trasformerà le strumentalizzazioni dei “media” e della sinistra in altrettanti boomerang. E spero di metterci del mio».
Dalla tv ai comizi con il Cavaliere. Un bel salto, che dovrà fare insieme a Lara Comi, che loda la sua umiltà, e Licia Ronzulli. Tranquilla, emozionata? Si sta preparando?
«Oltre alla preparazione sui temi generali, abbiamo avuto modo di approfondire la nostra conoscenza delle istituzioni europee, dal Parlamento alla Commissione, grazie ad un corso universitario quasi annuale. Una cosa seria, che nessun altro partito ha proposto ai suoi giovani. Il Pdl l’ha fatto. E io sono orgogliosa di aver seguito anche le lezioni di ministri come Brunetta, Frattini, La Russa e molti altri bravissimi parlamentari».
Parliamo di politica. Quando è scattata la passione?
«La politica è una passione che ho da sempre. L’Europa è l’orizzonte giusto per una giovane che desidera dare il suo contributo all’affermazione dei valori di libertà, di eguaglianza e di giustizia in cui ho sempre creduto, da liberaldemocratica».
Quali saranno i punti chiave che affronterà in campagna elettorale?
«I miei saranno quelli del presidente Berlusconi e del Popolo della libertà. Vogliamo portare in Europa un’Italia che conti di più sul piano politico, per fare meglio gli interessi del nostro popolo e del nostro Paese. Oggi in Europa contiamo, ma non abbastanza: se diventeremo, come Pdl, il gruppo più numeroso all’interno del Partito popolare europeo, che sarà ancora il partito più grande del Parlamento europeo, questo obiettivo sarà più facile da raggiungere».
Qualche suggerimento per aggiornare il programma del Pdl?
«Non sono ovviamente così presuntuosa da pensare a modifiche del programma del nostro partito. Se sarò eletta, come spero, sarò grata ai deputati europei con maggiore esperienza che vorranno starmi vicino e darmi dei consigli. I miei modelli sono le giovani donne che sono diventate ministro di prima nomina nel governo Berlusconi, come Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giorgia Meloni: all’inizio erano ingiustamente criticate da molti».


E poi, cosa è successo?
«Poi hanno dimostrato con i fatti di saperci fare, hanno contribuito con il loro talento e la loro sensibilità di donne a realizzare riforme e leggi significative. E anche i loro critici si sono ricreduti. Spero di poter fare altrettanto. Se crede, ci possiamo reincontrare tra un anno».

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