Modena - Una grande folla ha riempito il Duomo di Modena, dove si sono svolti i funerali di Lorenzo D’Auria, il maresciallo del Sismi morto in seguito alle ferite riportate durante il blitz che lo ha liberato da un rapimento in Afghanistan. Nella chiesa c’era la moglie Francesca, sposata nei giorni scorsi in articulo mortis, che ha tenuto in braccio per quasi tutta la cerimonia il piccolo Luca, il figlio nato da due mesi. Con lei anche la madre di Lorenzo, Angela, e la sorella Annunziata. All’esterno della chiesa invece il padre Mario, che dopo le accuse dei giorni scorsi è rimasto al di fuori dalla cerimonia. Alla messa, celebrata dall’arcivescovo di Modena Benito Cocchi, hanno partecipato anche il Ministro della Difesa Arturo Parisi, in rappresentanza del governo, il direttore del Sismi Bruno Branciforte, il capo di Stato Maggiore Giampaolo Di Paola, il capo di gabinetto del Ministero dell’Interno Gianni De Gennaro e il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani.
Denuncia per la scritta contro D'Auria Mentre la città dava il suo ultimo saluto a Lorenzo D'Auria, il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, si è visto costretto a presentare una denuncia contro ignoti per "apologia di delitto e danneggiamento aggravato", a causa di una scritta offensiva rivolta allo 007 comparsa nei muri della chiesa di San
Giovanni. La scritta è stata subito cancellata dai volontari di "Vivere Sicuri" e non ne è stato fatto cenno fino ad oggi per non interferire con la celebrazione delle esequie del giovane militare ucciso in Afghanistan.