Altro che quiete dopo la tempesta. Passate le Amministrative, fra i quadri dirigenti romani di An tira aria di resa dei conti. A far saltare il tappo è stata la sortita a sorpresa di Antonio Mazzocchi, «reggente» della federazione romana durante la campagna elettorale al posto di Vincenzo Piso candidato alle Comunali.
«Solo attraverso la nomina di un commissario ad acta della federazione si potrà ricominciare a recuperare il dialogo con il cittadino - ha affermato Mazzocchi nel giorno del ritorno di Piso in via Po -. I buoni risultati di An alle Comunali danno il segno esatto che sotto la mia guida di reggente si è registrata uninversione di tendenza, in pratica si è recuperato in termini di consenso quel punto e mezzo in più». Poi laffondo: «I risultati saranno analizzati comunque in sede di esecutivo, tenendo conto però, in primis, di una gestione romana del partito non proprio ordinata».
Inevitabili le reazioni. «È incredibile - afferma Piso - con quale presunzione persone che hanno ricoperto il ruolo di reggente della Federazione per circa quattro settimane si arroghino il merito dei risultati politici conseguiti dal partito nelle ultime elezioni. Evidentemente per questi signori il lavoro di centinaia di eletti, presidenti di circolo e delle migliaia di militanti svolto negli anni è ben poca cosa rispetto alla loro illuminata gestione». Poi laffondo: «Nel merito potrei essere anche molto più polemico, ma per carità di patria voglio evitare dichiarazioni poco confacenti con lo stile che dovrebbe contraddistinguere chi ricopre incarichi di partito». Critico anche il capogruppo provinciale Piergiorgio Benvenuti («ritengo premature richieste di commissariamento»). Dal canto suo Sergio Marchi, già capogruppo in Campidoglio, definendo «quantomeno frettolosa» la richiesta di commissariamento e ricordando che «listituto della reggenza è per sua natura a termine», afferma che unipotesi del genere andrebbe «eventualmente valutata con estrema prudenza e in un quadro di larghe intese».
Per il deputato Fabio Rampelli «chiunque intenda attribuirsi i meriti del 19 per cento confermato da An nelle amministrative pecca di superficialità. Questa soglia di consenso è lo zoccolo duro della destra romana, rappresenta il lavoro dei nostri militanti e dei nostri eletti. Quando An tornerà al 30 per cento e la Cdl al 51 per cento - chiosa Rampelli - potremmo cercare eventuali leader cui dar conto del valore aggiunto raccolto».
È probabile che dei mal di pancia in An sentiremo ancora parlare. Lo scontro, infatti, trascende le logiche correntizie: Mazzocchi è considerato vicino alla componente finiana «nuova alleanza», terza rispetto a «destra sociale» e «destra protagonista», in passato contrapposte in aspre polemiche (di qui la scelta per la reggenza di via Po).
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