Dazi, l'Italia rilancia su Asia e Africa

Il viceministro Cirielli: "Nuovi mercati di sbocco. Energia e forniture sono centrali"

Dazi, l'Italia rilancia su Asia e Africa
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«Quando esistono tensioni e conflitti è chiaro che il libero commercio ne risente così come l'approvvigionamento delle risorse, delle materie prime soprattutto sul piano energetico ma anche sulla sovranità alimentare. L'Italia ha reagito in maniera decisa con una politica estera molto più intraprendente rivolta non soltanto ai tradizionali partener come l'Europa e gli Stati Uniti ma a tutto campo. Iniziando con il Piano Mattei che è stata una grande offensiva che mira allo sviluppo dell'Africa e a farne un grande mercato ma allo stesso tempo anche una fonte sicura e vicina di approvvigionamento quindi sulla catena del valore la cosiddetta filiera corta. Contemporaneamente si punta a nuovi mercati importanti come quelli dell'Asia Centrale, determinanti per il nostro approvvigionamento energetico». Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Viceministro degli Affari Esteri intervenuto nel corso della tavola rotonda Geopolitica, Economia internazionale, che si è svolta nell'ambito di Italia 2035, strategie per un futuro di crescita e stabilità, promossa da Forbes a Roma nella sala Trilussa della Cassa di previdenza dei Geometri, presieduta da Diego Buono.

Sugli effetti delle crisi internazionali nell'economia italiana è intervenuto Maurizio Lupi (Noi Moderati): «Abbiamo compreso che un conflitto nel cuore dell'Europa ci tocca non solo sul fronte della difesa, ma anche sul piano del bene comune ed economico: l'aumento dei costi delle materie prime grava, infatti, sui bilanci delle famiglie. Oggi più che mai la sfida geopolitica determina la crescita o il declino di un Paese e il benessere di un'intera comunità«.

Secondo Massimo Garavaglia (Lega) «oggi accade che la politica commerciale di Trump sta determinando la fine della globalizzazione così com'era intesa e si va verso un nuovo ordine mondiale. Sicuramente non c'è più il G7, oggi abbiamo un G4 formato da Cina, Usa, l'India, i paesi Brics e il quarto protagonista è formato dalle grandi multinazionali hi-tech».

Sul ruolo dell'Europa si è soffermato Marco Osnato (FdI), «viviamo un disordine globale ci sono potenze ormai stabilizzate come la Cina e l'India, ci sono i paesi del Brics che sono sicuramente molto incombenti sullo scenario internazionale, gli Stati Uniti che fanno discutere con il tema dei dazi. Grande assente è l'Europa».

Lo scenario globale è stato tracciato da Renato Loiero (consigliere del Presidente del Consiglio): «Viviamo una fase di transizione globale particolarmente pericolosa. Le transizioni green e quella digitale si accompagnano con le tensioni della transizione per così dire politica connesse alle mosse protezionistiche dell'amministrazione Trump».

Nel suo intervento Gennaro Sangiuliano (ex ministro della Cultura e corrispondente della Rai da Parigi), ha tracciato il profilo dei protagonisti di questa fase storica: «Il 900 è davvero finito, con le sue contrapposizioni storiche dove due modelli ideologici, il liberal capitalismo e il comunismo, si sono confrontati per decenni. E siamo entrati in un'epoca nuova, multipolare, dove il vero antagonista dell'occidente è la Cina con il suo modello assolutistico».

Per Marco Rago (consigliere per la Diplomazia economica del Ministero degli Esteri): «I due conflitti armati in Ucraina e a Gaza stanno influenzando moltissimo la catena di valori che le imprese sono destinate ad analizzare. Un rischio che aumenta e influenza anche l'export».

Le riflessioni di Francesco Sciaudone (managing partner Grimaldi Alliance): «Non ci sarà a breve uno scenario di

ritorno alla normalità ma che questa situazione di tensione nel mondo legata alla crisi geopolitica, alle sanzioni, ai dazi e quindi alle difficoltà nel mondo del trade sarà una situazione che durerà ancora molto tempo».

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