Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano, difendere Malpensa è imperativo categorico. Che fare però dopo le proteste di piazza?
«Dobbiamo dare un segnale politico forte. Bisogna suonarle a Roma. Romano Prodi e Francesco Rutelli debbono capire che il destino dellhub internazionale di Malpensa non può essere legato a quello di Alitalia».
Ma politicamente come si traduce questo impegno?
«Le chiacchiere non servono. Occorrono i fatti e questo si declina in un documento ufficiale sia del consiglio regionale che di quello provinciale e comunale. Un atto unitario e solenne con destinatario il governo».
Proposta già sottoscritta da Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano.
«Uomo di centrosinistra, non dimentichiamoci, che sostiene il governo Prodi. Ma con un documento ufficiale siglato da tutte e le tre le assemblee elettive si dà prova di compattezza e, soprattutto, si ricorda a Roma quel che è stato fatto per Malpensa. Un impegno economico di duemilacinquecento miliardi di vecchie lire, di infrastrutture che stanno terminando di costruire e di migliaia di posti di lavoro messi a rischio dalla scelta di Air France».
Ma, onorevole, le infrastrutture - da lei citate come un impegno - sono valutate come insufficienti...
«È pazzesco mettere allangolo Malpensa solo perché manca qualche chilometro di autostrada, che è tra laltro in via di completamento. È lennesima prova che contro Malpensa ci sono interessi forti, pressioni da Parigi come da Amsterdam per spazzare via questo hub internazionale che è fondamentale non solo per il Nord ma per tuttItalia».
E già sono state cancellate alcune tratte internazionali.
«Ogni commento è superfluo. Quello che, quindi, oggi occorre è trasformare la protesta sacrosanta in un atto ufficiale.
Altrimenti?
«Non ci dobbiamo pensare. Non ci sono alternative. Malpensa è solo Malpensa».
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