Oggi la pigrizia sembra essere un vizio nazionale. Lei cosa ne pensa?
«Credo sia vero. Si dice che al sud siano più pigri che al nord, ma come si spiega allora che i migliori atleti sono nati tutti al centro e al meridione? E poi la pigrizia è un valore: chi è pigro vince sempre perché deve battere un solo avversario, se stesso».
In molti però non la considerano un fatto positivo
«Sono pregiudizi che nascono con Mussolini. Lui odiava gli scansafatiche e voleva che tutti fossero sempre al massimo. I balilla dovevano essere velocissimi».
Lei si considera pigro?
«Alla mia età già fare le scale è un successo, ma alcuni secoli fa, quando ero giovane, facevo atletica leggera. Scoprii di avere grande resistenza nei percorsi lunghi: sui 100 metri perdevo sempre, ma gli 800 erano un successo assicurato».
Uno sportivo quindi.
«In realtà incominciai con latletica perché ero innamorato. Lei era invaghita di un tale che faceva gli 800. Mi disse: "Quando riuscirai a batterlo starò con te". Non ce la feci, ma la conquistai lo stesso. Poi incominciai a leggere e alla fine mi sono reso conto di aver letto molto e corso poco. Ma non me ne pento».
Eppure oggi i medici consigliano lattività fisica, fa bene alla salute.
«Entro certi limiti hanno ragione. Ma non puoi sacrificare tutto allo sport. Bisogna trovare prima di tutto il tempo per i libri.
Insomma, lei pensa che alla fine essere pigri sia un bene?
«Certamente. Tra laltro, se io invece di leggere mi fossi messo a correre, probabilmente oggi sarei molto meno ricco».
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