A De Ferrari muore un barbone, la Regione manda soldi al mondo

A De Ferrari muore un barbone, la Regione manda soldi al mondo

(...) Insomma, la Regione Liguria non si accontenta di stanziare ogni anno 350mila euro per fare, tra le altre cose, un corso ai contadini brasiliani che non hanno neppure un pezzo di terra su come si coltiva senza ricorrere alle più moderne tecniche e agli ogm. L’antivigilia di capodanno la giunta è al lavoro, perché non poteva non decidere di spendere altri 90mila euro per quei progetti.
Passata la festa però, la delibera viene subito a galla. Perché mica tutti i politici vanno in ferie e si distraggono. Tanto per dire, due come Matteo Rosso e Gianni Plinio prossimi a confluire nell’unico gruppo del Pdl, mica li freghi nascondendo gli stanziamenti sotto il tappo dello champagne. E così la loro interrogazione congiunta è già pronta. In arrivo sulla scrivania del presidente Claudio Burlando e del suo vice Massimiliano Costa, che di queste iniziative per il resto del mondo è il vero artefice. Plinio e Rosso vogliono capire il perché di questo ulteriore stanziamento, vogliono «chiarezza sui singoli progetti». Soprattutto chiedono «come mai improvvisamente saltano fuori i soldi che non ci sono mai per altre iniziative benefiche». Invitano Burlando e Costa a guardare un po’ più vicino al loro naso, facendo osservare che «in Liguria si è registrato un sensibile aumento delle persone che si rivolgono ai centri della Caritas e che tra queste a chiedere aiuto sono soprattutto italiani tra i 30 e i 40 anni». Il caso del barbone morto di freddo a pochi passi da chi stava firmando per dare 90mila euro a qualche associazione sparsa nel mondo rende per Plinio e Rosso «superfluo ogni ulteriore commento».
Sì, perché nella delibera, i contributi a pioggia vengono assegnati a diverse associazioni e gruppi che con la Liguria hanno persino poco a che vedere. Esempi? Tutti quelli che uno desidera. Basta partire dal primo progetto finanziato, che è quello degli «Amici di Raoul Follerau», associazione con sede in Bologna, che otterrà 25.038 euro non dalla regione Emilia Romagna ma dalla Regione Liguria, per un programma di riabilitazione su base comunitaria per i disabili della Liberia. Secondo posto, ed ecco l’Avsi, sede in Cesena, pronta a raccogliere 19.007 euro per l’«Educazione e lo sviluppo integrato in Uganda». I genovesi dello «Ya basta», associazione nota per l’attività no global che come recita il suo stesso nome esteso lotta «per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo», verranno finanziati (15.358 euro) per portare soldi al Chiapas del Nord.
Per fare in modo che venga promossa «l’autosufficienza alimentare in Nicaragua», la Regione Liguria offre 5.517 euro alle «organizzazioni femminili nelle zone rurali del Nicaragua», ma non prima di aver fatto transitare il finanziamento per il «Gruppo per le relazioni transculturali» che opera da Milano. Ai campesinos brasiliani i soldi per continuare a coltivare la terra come hanno sempre fatto arriveranno tramite l’Arci Cultura e Sviluppo di Roma. E 30.312 euro per l’assistenza agli sfollati sudanesi di Omdurman viaggeranno dalla Liguria con scalo tecnico presso la sede della «Associazione Azione per un mondo unito» di Frascati. I prodotti locali del Niger da valorizzare sono una priorità per la Regione Liguria, che stanzia 19.1010 euro a sostegno della «Cooperazione per lo sviluppo dei Paesi emergenti» di Firenze. Più o meno la stessa cifra finirà al’Organismo di cooperazione internazionale «La nostra famiglia» di Ponte Lambro, provincia di Como.
Capitolo a parte meritano gli stanziamenti decisi dalla giunta sempre nella stessa delibera a favore delle «Iniziative di educazione alla mondialità e alla pace», dove altri 86,996 euro più 23.034 arrivano in complesso a 9 associazioni, stavolta almeno liguri, che hanno presentato progetti tutti da scoprire. Legambiente, ad esempio, parla di «Terra: agricoltura sostenibile e diritti delle comunità locali». Cosa vuol dire? Che la regione mette a disposizione 22mila e passa euro. Prende poco (5.593 euro) invece l’associazione «Seborga nel mondo» che pure ha in mente «Un ponte sul cuore». E l’Associazione «La Bottega Solidale» poteva restare fuori? Macché, dalla Regione prende 13.835 euro per «Cibo per la mente - Cibo per la Gente: il commercio equo e solidale per la tutela della sovranità alimentare». Sembra un titolo di un convegno, ma certo non è così, perché sennò non si spiegherebbero tanti soldi che dovrebbero andare in beneficenza.
È proprio lì che puntano Matteo Rosso e Gianni Plinio. A capire cosa siano in realtà questi progetti, quali risultati concreti portino.

Ad esempio «E se scoppiasse la pace?», come recita il progetto del Comune di Lavagna finanziato per 8mila euro, cosa succederebbe? Oppure, «Nessuno escluso» di una scuola di Albenga merita davvero 4mila euro? Tutti progetti che hanno come «localizzazione» la Liguria. Cioè alle popolazioni in giro per il mondo non arriva neppure un euro. A quelle associazioni e solidalizi che per Plinio sono «in amorosi sensi politici con la giunta di centro sinistra», invece i soldi arrivano.

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