Roma - "Speriamo che non vadano avanti così, perchè tra poco ci sarà qualcuno che vorrà mettere le mani anche sui Carabinieri, non si lasciano scappare nulla". Silvio Berlusconi dice di essere molto preoccupato per "l’occupazione del potere" da parte della sinistra. "Sono preoccupato - afferma - perché dopo aver messo le mani su tutte le istituzioni potrebbero cercare di occupare anche tutto ciò che non è ancora sotto il proprio dominio. Ho detto - continua l’ex premier - sarcasticamente, ma mica tanto, a quando i Carabinieri?".
La Cdl: il governo chiarisca tutto" La Casa della Libertà ha chiesto a palazzo Madama che il governo riferisca in aula sul "licenziamento" del capo della polizia Gianni De Gennaro. "Il parlamento ha il diritto di sapere dal governo o dal ministro dell’Interno - ha detto il senatore di An Francesco Storace prendendo per primo la parola - le ragioni dell’annunciata destituzione del capo della polizia. C’è inquietudine nei cittadini su quanto sta accadendo e chiedo che il Senato si attivi subito perchè nella seduta odierna ci sia una comunicazione formale del governo. È una favola - ha sottolineato Storace - quella inventata da Prodi sul settennato. Invito qualunque membro del governo a indicarmi dove sta scritto che il capo della polizia dura sette anni! Se un alto funzionario lavora bene lo si lascia al suo posto fino alla pensione altrimenti non resta al suo posto un solo giorno in più. Qui sembra che ci sia un diktat dell’estrema sinistra al governo e poi dal Viminale non se ne andare il capo della polizia ma se ne devono andare i terroristi come il caso del collaboratore del ministero coinvolto nell’omicidio Taliercio".
Schifani: "Una ritorsione servita ai No global" "Una ritorsione servita ai No Global. Le parole di Prodi alla Camera e la simultanea inchiesta giudiziaria contro il Capo della Polizia, Gianni De Gennaro, configurano una vera e propria caccia all’uomo". Lo afferma il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani. "Questa volta - aggiunge polemico il senatore - senza estintori e molotov, ma con armi non meno pericolose per la democrazia e la sicurezza del nostro Paese. De Gennaro saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati e saprà reagire agli attacchi concentrici delle forze estreme della maggioranza".
Di Pietro: "Tempi e modi sbagliati" "L’avvicendamento di Gianni De Gennaro non avrebbe nulla di scandaloso se non fosse per i tempi e i modi nei quali è avvenuto". È quanto dichiara il ministro Antonio Di Pietro, che prosegue: "È sbagliato nella tempistica perché non si è provveduto ad annunciare contestualmente anche il successore, così da evitare un depotenziamento del vertice di comando. Una condizione quest’ultima - dice ancora Di Pietro - che rischia di creare una oggettiva debolezza del Corpo, e di non riconoscibilità della necessaria funzione". "L’avvicendamento di De Gennaro, inoltre, è sbagliato nei modi - prosegue Di Pietro - perché la successione del capo della Polizia, in concomitanza con le polemiche dei fatti avvenuti nella Scuola Diaz durante il G8 di Genova, dà adito ad una parte della coalizione di intenderla come una rimozione o una resa dei conti".
Bondi: "Sfregio a credibilità delle istituzioni" "Si sta compiendo un altro grave sfregio alla credibilità delle nostre istituzioni". Sandro Bondi, coordinatore azzurro, commenta così la sostituzione di De Gennaro e "l'annuncio della destituzione del capo della polizia, non in seguito ad un normale e comprensibile avvicendamento, ma in seguito alle accuse scagliate dall'estrema sinistra nei confronti del capo della polizia per una vicenda che deve ancora essere chiarita nel quadro di ciò che avvenne a Genova nel corso del G8, e dopo l'immancabile avviso di garanzia da parte della magistratura". "In un Paese serio e civile la nomina del nuovo capo della polizia non avviene in questo clima di resa dei conti che avviene nel modo e nel momento sbagliato".
Mantovano: "Servono comandi non precari" "Il preavviso di licenziamento del Capo della Polizia ha molteplici gravi effetti", lo afferma il senatore di An Alfredo Mantovano, per il quale "pregiudica il meccanismo di coordinamento e di governo di oltre 300.000 appartenenti ai corpi di polizia, che hanno necessità di comandi legittimati e non precari". L’annuncio del cambio al vertice della Polizia per Mantovano poi "conferma che, come è accaduto per la Guardia di Finanza, i vertici di istituzioni importanti e delicate possono essere rimossi per ragioni di bassa politica, il diktat di Visco in un caso, quello di Rifondazione nell’altro, che nulla hanno a che vedere con le istituzioni medesime" e, ancora, "insinua il messaggio, sbagliato e ingiusto, che finora il sistema della sicurezza è stato guidato da uomini che è bene rimuovere".
Mastella: "Affidare un nuovo incarico a De Gennaro" Qualora si arrivasse alla decisione di sostituire il capo della Polizia, a Gianni De Gennaro andrebbe affidato un nuovo incarico operativo. È il punto di vista che esprime il ministro della Giustizia, Clemente Mastella. "Nell’eventualità che si arrivasse alla sostituzione non può apparire, dopo i fatti di Genova, come un condannato per la sua azione, che è stata di grande correttezza e linearità, di senso dello Stato e di difesa delle istituzioni", spiega il ministro. Laddove, prosegue Mastella, "d’intesa con lo stesso De Gennaro si arrivi alla sostituzione è necessario farsi carico di affidargli altre responsabilità operative. Non può essere mandato a casa".Quanto, invece, al successore, Mastella sottolinea che il nuovo capo della Polizia "sarà scelto d’intesa con l’opposizione, nel senso di ascoltare e sentire anche le loro valutazioni".
Cossiga: "Destituzione chiesta dalla sinistra radicale" Il senatore a vita Francesco Cossiga, si è recato al Dipartimento della Pubblica sicurezza al Viminale, dove ha depositato presso la segreteria del Capo della Polizia un biglietto di solidarietà al prefetto Gianni De Gennaro, "destituito dal presidente del Consiglio dei Ministri su richiesta della sinistra radicale di lotta e di governo". "Il senatore Cossiga - si legge in una nota - intende così solidarizzare con tutte le forze dell’ordine che si trovano sotto il tiro del Governo Prodi che, insieme a settori deviati della magistratura, vuole compiacere la piazza della sinistra radicale e dei movimenti, che è matrice della nuova eversione armata, ed anche il terrorismo di Hamas, di Hezbollah, dei taleban e di al Qaeda in quanto antiamericani e antisraeliani".
Angius: "Giusto affrontare la questione" "Già sollecitato il governo a venire a riferire quanto prima. Invito fatto al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno. Ho chiesto che il Senato si attivi perché nella seduta odierna ci sia una comunicazione formale del governo". Così il vicepresidente di turno Gavino Angius ha risposto alla Cdl che ha sollevato la questione De Gennaro chiedendo che ilgoverno riferisca in giornata al Senato. "I colleghi - ha detto Angius - hanno sollevato una qeustione delicata ed è giusto affrontare questo tema anche per resttuire serenità ai cittadini e all’opinione pubblica. Data la delicatezza di questa situazione ritengo che sia necessario difendere il Capo della polizia, il corpo della polizia e le prerogative del Parlamento, insieme però a quelle del governo".
Agnoletto: "Meglio tardi che mai" "È un provvedimento - osserva l'europarlamentare Agnoletto - che avrebbe dovuto essere preso immediatamente dopo le giornate di Genova e che comunque tutti ci aspettavamo un anno fa con il nuovo Governo di centrosinistra. Avviene dunque in grande ritardo, ma è comunque una buona notizia".
"De Gennaro ha responsabilità diretta, come catena di comando, nell’assalto della scuola Diaz durante il G8 di Genova ed una responsabilità complessiva per il ruolo che ricopriva in tutto quello che è avvenuto in quelle drammatiche giornate".
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